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Montenovonostro ribadisce con forza: “No all’obbligo di fusione tra Comuni”

"Grave la proposta di Lodolini: si attacca l'autonomia locale minacciando ritorsioni economiche sui Comuni renitenti"

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Ostra Vetere

Da qualche tempo si susseguono insistenti dichiarazioni di esponenti comunali, comprensoriali, regionali del PD che spingono per scavalcare i tradizionali ambiti territoriali dei Comuni verso forme aggregative che snaturano l’istituzione locale.

“Montenovonostro” ha sempre manifestato la propria contrarietà a simile orientamento politico, che tradisce il senso più vero della democrazia, che è l’autodeterminazione popolare. L’intento del PD è quello di giungere a progressive aggregazioni sovracomunali, quando non addirittura a vere e proprie fusioni, come è già successo per i limitrofi Comuni di Ripe, Castel Colonna e Monterado, ormai fusi nell’unico Comune di Trecastelli dopo il referendum intercomunale che ha sancito la soppressione dei tre Comuni e la nascita di uno solo.

Anche in Regione è stata proposta l’idea della fusione per incorporazione di Comuni da parte di un consigliere PD, ma simili ipotesi erano finora state connotate come atti discrezionali e consensuali.

Ostra Vetere: stemma in arenaria del 1644Ma recentissimamente è stato sferrato il più grave attacco all’autonomia comunale e di cui si è fatto autore il parlamentare PD anconetano, onorevole Emanuele Lodolini. “Montenovonostro” giudica grave questa iniziativa perché “obbliga” i Comuni sotto i cinquemila abitanti a fondersi, minacciando ritorsioni economiche nei confronti dei Comuni renitenti o resistenti. E’ questa una proposta incredibile, una iniziativa presa da chi non comprende l’offesa che si fa a novecento anni di storia gloriosa di tutte le piccole comunità locali come la nostra di Montenovo, che vorrebbe ridurre a frazione di qualche altro Comune circonvicino, da libero e autonomo Comune che è sempre stato, come dimostra l’antico stemma in arenaria del 1644 in foto.

Abbiamo già detto più volte no all’idea dell’aggregazione volontaria, ma ora diciamo ancora più forte no alla fusione “obbligatoria” che trasformerebbe definitivamente il paese in una frazione altrui, dopo i danni già combinati finora con le deleghe di funzioni.

E’ gravissima, simile proposta di legge, che attenta alla identità comunale, alla libertà sociale e all’autonomia istituzionale senza scampo.

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