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Massimo Renzi, Roberto Zappacosta e Sofio Valenti in mostra alla Primavera Fotografica

Finesettimana a Ostra, quello del 14 e 15 maggio, tutto all'insegna della fotografia di qualità

Primavera Fotografica di Ostra

Sabato pomeriggio, 14 maggio, alle 17 inaugureranno le esposizioni di Massimo Renzi (“Due Lune”) e Sofio Valenti (“Liriche dell’oblio e del ricordo”) presso la Sala delle Lance (P.zzetta Gherardi) mentre l’Ex- Pescheria di Via Vittorio Veneto ospiterà la collezione “AIME” di Roberto Zappacosta.

Domenica invece, dalle 10:00 alle 18:00, nella splendida cornice del Refettorio delle Clarisse, torna il format delle Giornate di Fotografia a cui prenderanno parte 20 autori provenienti da varie città d’Italia e delle Marche.

Roberto Zappacosta
C’è ben poco di chiaro in queste immagini oblique, sgranate, analogiche, oniriche. Sembrano smaterializzarsi sotto i nostri occhi come rapidi flash della mente, impressioni e racconto dell’inquietudine, dello stato confusionale o del trapasso. I cimiteri sono un soggetto costante per Zappacosta, anzi potremmo dire che la sua produzione fotografica (Quiete, DimensioneIncompresa) è dedicata interamente al culto dei morti. Illustri, in questo caso. Siamo a Parigi, al Père-Lachaise. C’è una donna raccolta sulla tomba di Marcel Proust, l’autore della Recherche. Un cielo e dei rami che si fondono in un sepolcro (quello di Jim Morrison, ma che potrebbe essere di chiunque). Ma siamo anche al Centre Pompidou e al Musée d’Orsay. Un water del Beaubourg; una palla che riflette un cubo; degli stivaletti in primo piano e un uomo in frac, che guarda altrove; i tetti di Parigi visti dall’audace architettura del museo d’arte moderna (alla realizzazione del quale collaborò Renzo Piano). Ci sono degli angeli monchi, il naso adunco del profilo di una statua; c’è poi il celebre dipinto L’Origine du Monde di Gustave Courbet, che lo psicanalista-filosofo Jacques Lacan acquistò all’asta nel 1955 e dopo la sua morte venne trasferito al Musée d’Orsay, dov’è a tutt’oggi esposto. I morti si celebrano in vita così come i loro lasciti, le opere.
Aime, in francese, è una forma del verbo “aimer” (amare), prima e terza persona singolare dell’indicativo presente, dal significato che oscilla a seconda dell’impiego (amo/a, vuol bene, piace…). Ma è anche un imperativo presente e acquisisce ben altro umore.

Sofio Valenti
La nuova proposta in anteprima alla Sala delle Lance di Ostra propone un viaggio tra l’oblio, con un soffusa percezione di distacco anche se con una venatura d’intensa dolcezza, al ricordo di vicende ed esperienze del passato, conservata nella coscienza e rievocata alla mente con una intensa partecipazione emotiva.
E’ il Valenti dell’origine che fende traccia, taglia recupera ricarica le situazioni, le elabora, le affina, le alimenta proprio per livellare il lungo sentimento dell’oblio con la consapevolezza del ricordo.
Le immagini si perdono e si susseguono e il sentimento affettivo ci trama i simboli dell’eterno in terra.
Lunghe croci, fotografie remote, resti della memoria tra paesaggi desolati nella loro assolutezza a cui Valenti ci aveva abituato nelle sue liriche precedenti (Così come la morte) , elementi spostati, ricollocati, liriche dell’oblio e del ricordo, schermate d’innocenza e dai meccanismi di tutela per difenderci dal logorio degli affetti.
Immagini che perdono la tragicità dell’abbandono nel tempo inesorabile e conciliatore.

Massimo Renzi
Dopo la serie su “Decadence, Studio d’interni – #spleen” giocata sulla necessità di testare la conoscenza dell’intenso slancio mistico del linguaggio di spazi di confine, immagini dove il reale si capovolge e si distorce per accentuare la dimensione lirica dell’indagine, con questa serie inedita si manifesta in Massimo Renzi la volontà di esplorare nuove spazi fantastici.

Stimolato dalla letteratura di Haruki Murakami ci propone una serie di immagini tra loro collegate con moduli, che indagano separatamente e strategicamente nei doppi universi – due lune – in cui le cose sono diverse da come appaiono.

Traduce la sua ricerca con immagini interiori, contemplative, impalpabili e poi grafiche per accentuare i contrasti. Massimo Renzi utilizza la successione delle immagini come puntuali suddivisioni del romance; nel riepilogo dell’ultima immagine, la luce dell’atipico paesaggio astrale che conclude il lavoro, rappresenta l’universo magico delle due lune.

Le recensioni degli ultimi due lavori sono a cura del prof. Enzo Carli che domenica 22 Maggio alle 17:30 presso la Sala Grande del Comune di Ostra, presenterà il suo volume “Quella porta sullo sguardo – Viaggio breve nella fotografia artistica italiana” a chiusura di questa seconda edizione della Primavera Fotografica.

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