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Giovan Battista e Leone Amici, due personaggi poco conosciuti

Lo storico Virginio Villani terrà una conferenza venerdì 30 giugno a Serra de' Conti per svelare le loro vicende

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Chiesa di San Michele a Serra de' Conti

Esistono dei personaggi storici, solo apparentemente minori, e tuttavia quasi universalmente sconosciuti per il solo fatto di aver avuto i loro natali in località periferiche al di fuori dei percorsi della grande storia.

E’ il caso dei fratelli Giovan Battista e Leone Amici nati a Serra de’ Conti, ma meglio noti come Montesecco dal luogo di origine della famiglia materna. Montesecco è un piccolo paese arroccato su un rilievo montano fra Nevola e Cesano, sede comunale fino al 1869, oggi quasi disabitato e frazione di Pergola.

Il due fratelli lo scelsero come nome d’arte secondo l’uso degli uomini d’arme del tempo, perché vi trascorsero la prima età giovanile presso la famiglia materna degli Arnolfi dopo la morte prematura del padre. Ma il luogo di nascita era Serra de’ Conti, patria della famiglia paterna degli Amici, che alla metà del ‘400 erano già ricchi ed affermati e dove Leone fu presente a periodi alterni fino al 1475, ricoprendo le maggiori cariche comunali.

La loro fortunata carriera la si deve alla protezione di papa Sisto IV (Francesco Della Rovere 1471- 1484) che li predilesse a tal punto da farne per molti anni a turno i capitani della Guardia di Castel S. Angelo, cioè della sua guardia personale, anticipatrice dell’odierna guardia svizzera. Furono probabilmente agevolati anche dai buoni uffici della famiglia materna degli Arnolfi che in quegli anni si era saldamente affermata a Fano. Non a caso Leone iniziò la sua carriera nel 1473 proprio come ufficiale della Custodia di Fano su nomina del Papa.

Nel 1477 entrò al diretto servizio di Sisto IV condividendo con il fratello il comando della guardia papale, ruolo che conservò fino al 1484, anno della sua morte durante uno scontro armato, dopo aver partecipato alle principali opera-zioni di guerra al servizio della Chiesa. La sua salma venne sepolta con grandi onori nella chiesa di Santa Maria delle Febbri presso la Basilica di S. Pietro.

Ma ancor più famoso fu Giovan Battista, maggiore di età e avviato per primo alla carriera militare. Già nel 1469 si distinse nella battaglia di Mulazzano presso Rimini al comando di una squadra di lance spezzate al servizio della Chiesa, in occasione del tentativo di riconquista di Rimini contro Roberto Malatesti.

L’esercito della Chiesa subì una dura sconfitta, ma G. Battista si comportò con molto coraggio, rischiando la vita. Per i meriti acquisiti gli venne assegnato il comando del presidio di fanteria di Castel Sant’Angelo a Roma. Passò poi al servizio di Gerolamo Riario, signore di Imola, e nipote del papa, che lo coinvolse suo malgrado nel 1478 nella Congiura dei Pazzi contro Lorenzo dei Medici, in cui svolse un ruolo di primo piano, più politico e militare, con incarichi delicati, fra cui quello di intrattenere rapporti con lo stesso Lorenzo.

Fallito il tentativo di eliminare la signoria medicea, fu fatto prigioniero e decapitato la sera del 4 maggio 1478 dinanzi alla porta del palazzo del podestà di Firenze, un trattamento di rispetto per il suo ruolo di stimato uomo d’arme in confronto alla sorte toccata agli altri capi della rivolta, uccisi subito o impiccati e appesi per giorni alle finestre del Palazzo della Signoria. Nei pochi giorni di prigionia acconsentì a scrivere una sua confessione sulla vicenda, probabilmente perché estraneo ad odi familiari o interessi personali e quindi più obiettivo. La Confessione fu pubblicata a stampa il 12 agosto dello stesso anno per mettere in evidenza il coinvolgimento del Papa e costituisce tuttora la principale testimonianza della congiura.

Gli autori antichi ricordano tutti con stima ed elogio questo sfortunato condottiero coinvolto suo malgrado in una vicenda che non gli apparteneva e che lo condusse ad una fine tragica.

Il Poliziano in particolare lo ritiene di grande ingegno e saggezza, abile nell’affrontare le situazioni (Erat is ma-gni vir ingenii, multi consilii et sagacis animi, ad obeundas res maxime dexter, neque vero in iis non saepe exercitatus) e non da meno è il Machiavelli, che lo definisce Uomo valente, animoso ed esercitato.

Sulla storia di questi due personaggi e sulle vicende del loro tempo terrà una relazione venerdì 30 giugno dalle ore 21 presso la chiesa di S. Michele di Serra de’ Conti lo storico Virginio Villani.

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