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A Ripe torna la tradizione dei ‘Sepolcri’

Le piante erano bianche, simbolo di purezza, andranno ad abbellire l’altare
RipeUna tradizione che sembrava dimenticata ha riacquistato vita grazie al lavoro di molti cittadini, ragazzi, anziani, famiglie, amministrazione comunale, centro  giovanile, parrocchie, associazioni, casa di riposo.




Molte famiglie di Ripe durante la quaresima hanno coltivato grano ceci, veccia, favino, cicerchia, al buio, nelle cantine, si tratta dei cosiddetti “Sepolcri”.

Dopo settimane queste piante crescono: grazie ad una meticolosa preparazione il Giovedì Santo queste piante bianche vengono disposte in Chiesa.
 
La semina avviene il giorno delle Ceneri, ossia il primo giorno di Quaresima, poi le pianticelle vengono fatte germogliare e crescere al buio, solitamente in cantina, in uno scaffale chiuso o sotto un secchio rovesciato. In assenza di luce le queste pianticelle assumono forme inusuali e una colorazione bianca.

Il Giovedì Santo vanno ad ornare l’altare dove veniva custodita l’Ostia consacrata, detto impropriamente “Sepolcro”. Da questa pratica deriva la tradizione dei “Sepolcri”: dalle campagne, fino a mezzo secolo fa, si facevano chilometri a piedi per andare ad ammirare queste pianticelle.

Oggi è una pratica quasi scomparsa, legata ad un modo di vivere la fede che non è più quello attuale. Ma nel contesto della vecchia società rurale era un rito importante, sia perché espressione di una forma di genuina religiosità popolare, sia per i significati simbolici universali che evidentemente racchiude.

Le piante crescevano al buio, poi venivano portate alla luce, una vittoria della luce sulle tenebre quindi.

Le piante erano bianche, simbolo di purezza, bianche come l’Ostia consacrata il cui altare andavano ad abbellire.
Nell’immaginario di una nostra testimone queste piante simboleggiavano proprio la permanenza di Gesù nel deserto.
C’erano anche altri aspetti legati alle tradizioni pasquali, come l’uso della “battistrangola” quando, il Sabato Santo, le campane non suonavano, poiché erano “legate”, per annunciare le funzioni religiose i ragazzi giravano per le vie del paese con questi rumorosi strumenti.
 
Queste tradizioni sono state rivalutate nell’ambito del progetto Generazioni Storie Orizzonti, attivo da anni a Ripe, promosso dall’amministrazione comunale in collaborazione col centro giovanile. In virtù del coinvolgimento della cittadinanza si è creato un dialogo tra persone che hanno età anagraficamente lontane, ma che possono trovare un terreno di incontro. Così questa tradizione è tornata a vivere.

dal Comune di Ripe

Redazione Valmisa
Pubblicato Venerdì 29 marzo, 2013 
alle ore 2:28
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Visitatore 2014-03-15 11:10:40
E' piacevole un ritorno alla tradizione per una salda formazione spirituale dei ragazzi.
Andrebbe integrato con la procedura per ottenere delle belle piante. Molti ragazzi non sanno da dove cominciare. Credo che nel vostro sforzo di reintroduzione abbiate gi? affrontato l'argomento. Complimenti e... mantenete la rotta.
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