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Atto intimidatorio a Ostra, “basta strumentalizzare, noi totalmente estranei”

Il Comitato Sopravvivere a Ostra: "forse solo una ragazzata, Storoni non faccia il giudice"

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Ostra: bambola impiccata e minacce sui muri

Egr. sig. Sindaco Andrea Storoni,

è con questa lettera aperta che abbiamo deciso di raccogliere il Suo invito, rilasciato in una recente intervista radiofonica, a confrontarci pubblicamente sull’episodio di vandalismo che nelle ultime 48h ha destato molte reazioni e che ha avuto un’eco vastissima, al punto tale da essere diventato l’unico argomento di discussione dentro e fuori il nostro Comune.


Soprattutto sui social. Oltre a manifestazioni di vicinanza, in molti hanno affermato, neanche troppo velatamente e con una certa sicurezza, che gli autori di tale gesto fossero da ricercare tra coloro che, in quest’ultimo periodo, hanno manifestato la propria contrarietà al provvedimento legato all’inversione della viabilità, in modo particolare tra i sostenitori del nostro Comitato.

Tutte queste accuse nei nostri confronti, però, sono scaturite dal taglio che Lei, sostenuto dai Suoi assessori, ha volutamente dato all’intera vicenda: considerato il contesto e l’aria pesante che da tempo si stava respirando ad Ostra, unito all’esito dell’ultimo Consiglio Comunale che ha visto rigettare la possibilità di indire un referendum, ha ben pensato che quella scritta fosse un monito rivolto alla Sua Amministrazione, messo in scena da quanti hanno protestato contro il Suo operato.
Prospettare questo scenario, senza peraltro avere alcuna prova in favore, ha fatto sì che l’intera vicenda sia stata intenzionalmente strumentalizzata.

Piuttosto che sulle elucubrazioni e sulle congetture, noi, invece, preferiamo soffermarci sulla realtà dei fatti: una bambola “impiccata” a fianco alla scritta “STATE ATTENTI…” riportata sul muro di palazzo Censi.

La domanda che subito ci è sorta spontanea è stata: CHI deve stare attento: chi amministra o chi protesta?
È evidente che la minaccia era del tutto generica, senza un mittente ed un destinatario ben definiti.
A nostro avviso, sarebbe bastato semplicemente limitarsi a denunciare l’accaduto agli organi competenti per le indagini sul caso.

Inoltre, la realtà dei fatti vuole che quel gesto fosse già stato compiuto nel pomeriggio di mercoledì 19; a riprova, esiste una documentazione fotografica che Lei stesso ha ripreso per la pubblicazione del Suo post.

Ecco, dunque, che, in questo modo, cade ogni possibile accusa che vedeva in quel gesto una sorta di ripicca, da parte nostra, per il referendum negato: la scritta era comparsa sul muro PRIMA dell’esito del Consiglio Comunale.

Finora la nostra protesta, condivisibile o meno, si è sempre svolta entro i limiti consentiti dalla legge, limitandoci alla manifestazione del nostro pensiero così come riconosciuto dall’art. 21 della Costituzione Italiana; tutti i confronti tra il Comitato e l’Amministrazione si sono svolti a viso aperto, senza mai tirarci indietro e nei limiti della civiltà, anche quando si è trattato di manifestare per il centro attraverso il serpentone di auto oppure quando ci siamo limitati all’applicazione del diritto di satira per quel che riguarda l’ormai nota parodia.

Pertanto, perché mai avremmo dovuto compiere una simile bassezza controproducente? Che interesse avrebbero avuto i commercianti, già fortemente compromessi nelle loro attività, a compiere un simile gesto col rischio di essere scoperti, mettendo così a repentaglio, oltre che la loro reputazione personale, anche il proprio lavoro?

Il nostro Comitato è costituito da cittadini onesti e non da delinquenti, ecco perché non tolleriamo che si muovano accuse ingiuste e gratuite nei nostri confronti, facendoci passare addirittura per MAFIOSI e FOMENTANDO IN POCHE ORE GLI ANIMI MOLTO PIÙ CHE IN DUE MESI DI PROTESTA CIVILE.

Tutto ciò sarebbe stato evitabile se Lei ed i Suoi compagni non vi foste eretti contemporaneamente inquirenti e giudici della causa.

Ed è proprio perché siamo certi della nostra ESTRANEITÀ TOTALE E ASSOLUTA all’accaduto e non abbiamo nulla da temere, nonostante l’accanimento mediatico a nostro discapito, che CI RENDEREMO DISPONIBILI A COLLABORARE CON LE FORZE DELL’ORDINE affinché quanto DI NOSTRA CONOSCENZA possa aiutare le indagini a rivelare la vera matrice dell’atto.

Se poi, come emerso dai primi riscontri e dalle prime ammissioni dovesse trattarsi di una mera ragazzata che nulla ha a che vedere con questioni politico-amministrative, ci piacerebbe poi ricevere lo stesso calore e la stessa desolazione espressa da quanti hanno “coccolato” e condiviso i veleni e i sospetti, acciuffando un’opportunità per infangare e dequalificare l’operato di un comitato composto da  cittadini seri che vivono nel rispetto delle regole civili, il tutto integrato ovviamente dalle relative e dovute scuse.

Da

Comitato Sopravvivere a Ostra

Commenti
Solo un commento
galileo 2017-07-24 21:30:20
Interessante tesi...attendiamo repliche
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