Senigallia: Itinerario artistico

Portici ErcolaniI portici Ercolani

Inizialmente i Portici Ercolani furono fatti costruire dal Cardinale Ercolani da cui appunto deriva il nome stesso.
Eretti in un grande periodo di splendore da parte del commercio senigalliese dovevano sostituire le vecchie mura cittadine includendo le botteghe dei tanti commercianti che abitavano o passavano per un periodo di tempo nella città di Senigallia. Questi commercianti arrivavano da ogni parte del mondo per assistere alla “Fiera della Maddalena”, che tra la metà del’600 e del del’700, favorita dalla franchigia del porto, raggiunse la massima importanza.
Provenienti dall’Istria, questi blocchi di pietra bianca vanno a costituire le 126 maestose arcate che si appoggiano su dei pilastri quadrati, seguendo il corso del fiume Misa prima che le acque si disperdano nel mare Adriatico.

RoccaLa Rocca Roveresca

La Rocca ancora oggi è perfettamente conservata. Il progetto risale al 1480 e si lega al nome dell’architetto militare Braccio Pontelli e con l’aiuto di Laurana. La rocca,costruita sopra delle fondamenta romane e sopra una rocchetta, è articolato in due rocche distinte una dentro l’altra: il corpo centrale era destinato a residenza signorile ed è circondato dalla costruzione destinata alla difesa militare.
Questo bel monumento non è stato perennemente una fortezza, ma una dimora signorile, durante il pontificato del 1631 un orfanotrofio, un carcere e infine una scuola di artiglieria fondata da Guidobaldo Della Rovere.
Oggi la Rocca Roveresca ospita molte mostre d’arte e importanti e rinomate manifestazioni culturali.

Teatro La FeniceTeatro La Fenice

Questa opera architettonica è stata per diversi secoli uno dei più insigni e importanti teatri d’Italia per quanto riguarda la musica lirica italiana per tutto l’800 e fino al 1930.
Fu costruito esattamente nel 1838 da Vincenzo Ghinelli.
Tra i più grandi maestri di opera lirica hanno calcato questo palcoscenico: Verdi, Catalani, Leoncavallo, Franchetti e Mascagni, che diressero le loro opere.
La Fenice vantava 5 ordini di palchi e sicuramente poteva vantare un palcoscenico tra i più vasti d’Italia.

Piazza Garibaldi (del Duomo)

Come i Portici così anche questa piazza ci rievoca il periodo più splendido della fiera: infatti si colloca al centro dell’ampliazione urbana volutala Papa Lambertini a metà del 700. Le fanno da cornice le pregevoli facciate del Palazzo della Filanda (originariamente Palazzo Lovatelli), porticato nei 4 lati, la Cappella votiva ai Caduti delle due guerre mondiali, l’Auditorium di San Rocco, il Palazzo della dogana, attualmente sede di una scuola, Palazzo Becci, L’Episcopio, la Cattedrale nella cui sacrestia è custodito il Sarcofago di San Gaudenzio. Di autore ignoto, risale al secolo VI. Le figure agli spigoli del coperchio rappresentano i simboli degli Evangelisti: sul lato anteriore si trovano l’angelo di San Matteo ed il leone di San Marco; sul lato posteriore, appena identificabile, a sinistra, l’aquila di San Giovanni, a destra il bue di San Luca l’iscrizione riferisce che Sigismondo, vescovo di Senigallia, nel 590, collocò le miracolose reliquie del Santo (nato ad Efeso e morto a Rimini tra il III e il IV secolo) nel sarcofago, a custodia del quale – secondo la tradizione – la regina longobarda Teodolinda, fece costruire un tempio di cui restano solo poche vestige nella contrada chiamata tuttora San Gaudenzio.
Le reliquie furono trafugate nel 1520 e traslate ad Ostra, nella chiesa di San Francesco, ove sono tuttora oggetto di devozione popolare.

DuomoDuomo

L’edificio risale alla metà del’700 per volontà di un gruppo di Gesuiti. I lavori inspiegabilmente furono interrotti e ripresi pochi anni dopo. La chiesa rappresentava la quarta cattedrale di Senigallia. La prima sorgeva dove ora si trova il cinema Politeama Rossi ma fu distrutta precocemente dalle truppe di Alarico; in seguito fu ricostruita durante il quinto secolo sulle precedenti rovine della prima ma venne di nuovo distrutta questa volta da Sigismondo Malatesta, che trasportò i marmi e gli arredi nella sua tenuta a Rimini.
La pianta è a croce latina con tre navate divise da pilastri; la facciata è neoclassica voluta da Pio IX. Sempre al suo interno sono presenti ancora oggi diverse tele di importanti artisti tra cui Barocci, Ercole Ramazzani, Domenico Corvi e di Alessandro Tiarini, alcuni dei maggiori esponenti del Manierismo Italiano.

Palazzo BavieraPalazzetto Baviera

Situato nella piazza del Duca questo palazzo tipico quattrocentesco, voluto da Giovanni Giacomo Baviera, venne impreziosito con decori a stucco in tutti e 5 i piani che dovevano raffigurare la storia dell’umanità dalla sua origine fino alla storia di Roma (Iliade, la Genesi, storia di Roma e le fatiche di Ercole). Questi bellissimi stucchi vengono fatti risalire al 1590 prodotti dal celebre plasticatore Urbinate Federico Brandanti.
Questa semplice ma armonica architettura venne riadattata con impronta rinascimentale verso la fine del 1400, ma al suo interno convivono serenamente diversi stili italici di epoche diverse: dal romanico al medioevale, dal primo al secondo Rinascimento.
Oggi ha un bel cortile interno impreziosito da un portico su due ordini di colonne nel quale si affaccia un elegante pozzo contornato dagli stemmi dei Baviera.
Il Palazzetto Baviera ospita l’archivio della città di Senigallia ma si possono fare visite guidate solo su prenotazione per ammirare le opere del Brandani.

Fontana delle Anatre e Palazzo del DucaFontana delle Anatre e Palazzo del Duca

La fontana antistante il palazzo del Duca fu commissionata da Francesco Maria II Della Rovere e realizzata dal maestro veneziano Stefano Di Tommaso. La fontana è fatta di marmo rosa di Verona decorata con 4 anatre in bronzo e con volute e mascheroni in pietra. Il palazzo, invece, si erge proprio di fronte alla Rocca, ed è stato purtroppo oggetto di numerosi interventi durante il corso dei secoli, pur conservando nella facciata ancora oggi un bel portale in pietra bianca.

Palazzo MastaiPalazzo Mastai

La famiglia Mastai, originaria di Crema, nel 1579 si trasferì a Senigallia per esercitarvi la mercatura. Acquisito il titolo nobiliare di Conti grazie ad una parentela per matrimonio con la nobile famiglia Ferretti di Ancona, i Mastai vi abitarono fino ai primi del 900. Oggi il Palazzo custodisce i preziosi cimeli di Papa Pio IX. Pregevoli il portale stemmato e il Salone di rappresentanza ornato di un ciclo di venti tele a soggetto biblico, opera del pittore senigalliese Giovanni Inastasi (1954-1704).

Foro Annonario

Si tratta di un’armoniosa struttura neoclassica in laterizio, con pianta circolare, progettato nel 1834 dall’architetto senigalliese Pietro Ghinelli. E’ caratterizzato da un portico, che accoglie con le sue ventiquattro colonne in stile dorico, il quotidiano, pittoresco mercato di pesce, frutta e verdura. Al centro della piazza le "triccole" con i coloratissimi saporosi prodotti dell’orto. Attualmente i locali del sottotetto sono stati restaurati ed adibiti a sede della Biblioteca e dell’Archivio Comunale.

Foro Annonario

Piazza Roma

Il Seicentesco Palazzo del Governo è attribuito all’ architetto urbinate Muzio Oddi, lo arricchisce la fontana del Nettuno, che è secondo alcuni una sorta di reperto archelogico romano; secondo altri, opera di scuola del Gianbologna. Sul lato sinistro, guardando la fontana, si ammira l’imponente facciata della settecentesca dimora di Giulio Carlo Fagnani, celebre matematico senigalliese.


Convento Santa Maria delle GrazieConvento di Santa Maria delle Grazie

La Chiesa ed il Convento di Santa Maria delle Grazie sorgono su un’amena collina a 2 Km. dalla città. Esse sono dovute all’adempimento di un voto fatto da Giovanni Della Rovere alla Madonna e a San Francesco per ottenere la grazia di un erede maschio. Francesco Maria finalmente nacque il 25 Marzo 1490 giorno dell’Annunciazione, al quale allude anche un piccolo rilievo in pietra sovrastante l’ingresso al cortile. Nel 1491 ebbe inizio l’edificazione del Convento su progetto di Baccio Pontelli. Il complesso monumentale fu portato a compimento dall’ultimo erede della dinastia roveresca nel 1684. Il progetto originario prevedeva due grandi chiostri, ma esso fu successivamente ridotto come si può tuttora vedere. I chiostri attuali conservano le lunette affrescate che illustrano la vita ed i miracoli di San Francesco. Autore ne è Petrus Franciscus Renulfus, pittore di Novara nel 1598. Nell’abside si ammira la Pala d’Altare del Perugino raffigurante la "Vergine in Trono ed i Santi".
Nella chiesa è stato sepolto nel 1501 Giovanni Della Rovere il cui epitaffio, scolpito in pietra di paragone, si legge ancora sulla parete destra della navata. Attualmente il complesso monumentale ospita un eccellente museo di storia della mezzadria.

chiesa San Martino.Chiesa di San Martino

Questo edificio rappresenta insieme alla chiesa della Croce e alla chiesa della Maddalena una delle tre chiese principali di Senigallia.
La chiesa di San Martino fu eretta nel 1740 e presenta una pianta con tre navate sormontata da una cupoletta ellissoidale.
Al suo interno si trovano diversi dipinti dei maggiori artisti italiani: “Madonna col bambino” e “Sant’Anna” del Guercino, ”Madonna e santi” di Nicola Bertuzzi oltre a tele di Terenzio Passerini,di Palma il giovane, di Ercole Guerrieri il giovane e infine di artisti di scuola veneta del XVII secolo.

chiesa della MaddalenaChiesa della Maddalena

Eretta nel 1756 conserva ancora oggi al suo interno una pregiata tela del XVI secolo raffigurante l’Immacolata Concezione.

Chiesa della Croce

La struttura risale al 1605, opera del maestro Girolamo Marini da Barchi su disegno di Muzio Oddi. Esternamente ha uno stile rinascimentale con quattro lesene e capitelli corinzi compositi, il timpano, con l’oculo centrale, circondato da delle decorazioni geometriche prodotti con pietre provenienti dall’Istria e il cornicione in cui si può scorgere il nome della confraternita chiesa della Crocedel SS. Corpo di Cristo e la data di consacrazione.
Internamente la chiesa è a pianta rettangolare con le pareti rivestite in legno decorate con pregiati ritagli e rilievi. Gli altari presenti sono sette e sono il maggiore e gli altri tre suddivisi ai lati.
Insieme agli altari sono presenti la statua del Cristo morto, opera realizzata in legno datata XVII, un fondale di Barocci "Il trasporto di Cristo morto al sepolcro" e quattro opere del pittore senigalliese Giovanni Anastasi ("La natività", "L’ Adorazione dei magi", "L’angelo Nunziante" e "La vergine Annunziata").