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“A proposito di Avvento…”

Il Dr. Giuseppe Olivetti: "C'era un sentiero di passi che portava all'incontro con un Bambino tanto atteso..."

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“Have your best baby”: è l’invito/augurio natalizio impresso sui manifesti pubblicitari di un’azienda che si occupa di fecondazione in vitro comparsi in alcune stazioni della metropolitana di New York.

Comincia l’Avvento, ma sono già spuntati come funghi i calendari con le caselle apribili e pieni di ogni genere di regalucci. Continuano a essere chiamati calendari d’avvento, ma l’attesa si riduce alla modesta frenesia di trovare una sorpresina da appagare di giorno in giorno. Dolcetti, profumi, makeup, giochi, conchiglie, tisane, candele, dinosauri, di tutto. Esiste persino “il calendario d’avvento mentre fai la cacca”.

A ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, e così al veleno del delirio consumistico risponde il presunto antidoto del moralismo. Mossi da uno spirito di reazione a tutto questo edonismo natalizio, abbiamo creato il nuovo prodotto perfetto: il calendario d’avvento educativo. Per imparare i mestieri, per conoscere le emozioni, per sconfiggere lo stress, per riscoprire la lentezza.

L’attesa non c’entra più niente, è solo un gioco dell’oca infiocchettato con la scusa di un apprendimento orientato all’essere più responsabili, più sereni, più civili. Ci sforziamo di essere buoni moltiplicando i decaloghi, senza più riconoscere che il Bene venne tra noi (e ci resta). C’era un sentiero di passi che portava all’incontro con un Bambino tanto atteso, ora ci sono mille tutorial a caselle che girano intorno a lezioncine di socialità empatica per uomini che non aspettano più la vera festa di Natale.

Per trovare l’immagine di un figlio tanto atteso basta catapultarsi nelle stazioni della metropolitana di New York in cui sono recentemente comparsi grandi cartelloni su cui campeggia lo slogan “Have your best baby” (crea il tuo bambino migliore). È la promessa della Nucleus Genomics, una startup biotech che offre test genetici e analisi del genoma direttamente ai consumatori.

La notizia di un’eugenetica sempre più spinta verso il confezionamento di bambini su misura non è nuova, ma è una gran furbata stimolarne il desiderio sotto le feste di Natale, quando – magari – la mancanza di un figlio che non si riesce a concepire morde con più malinconia. E il cortocircuito logico della Nucleus è terribilmente impeccabile: “Stai comunque affrontando la fecondazione in vitro, perché dovresti scegliere un embrione a caso invece del migliore tra quelli disponibili?”.

Definisci “migliore”. Provaci almeno, e poi vediamo cosa salta fuori. E poi vediamo se salta fuori qualcosa, perché, a furia di elucubrare ipotesi, forse finirà che questo figlio non s’ha da fare. Il tarlo del migliore è il peggior nemico per passare dall’escogitare all’essere, c’è sempre una vocina che sussurra che manca ancora qualcosa alla perfezione.

“Il gene è uscito dalla bottiglia”, ha scritto il New York Post a commento dei grandi cartelloni della Nucleus sparsi in giro. E verrebbe da immaginare questo gene ribelle che va in giro per i laboratori a spaccare tutte le altre bottiglie e mandare in frantumi l’incubo di una fabbrica di bambini a prova di malattia, scolasticamente performanti, educati, robusti e, neanche a dirlo, bellissimi.

Dr. Giuseppe Olivetti
Ostra

Redazione Valmisa
Pubblicato Martedì 2 dicembre, 2025 
alle ore 3:00
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