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Acquisto monastero di Serra de’ Conti: Civitas abbandona, SDeI si astiene

Simonetti: "scelta frettolosa e senza idee chiare che impegnerà il bilancio per almeno 20 anni. Serve un referendum"

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Il paese di Serra de' Conti

Nel corso dell’ultima assise del Consiglio comunale del Comune di Serra de’ Conti è stato preso in esame il “Protocollo d’intesa tra il Comune di Serra de’ Conti e l’Istituto religioso di Diritto Pontificio Monastero di Santa Maria Maddalena delle Clarisse Urbaniste” che ha visto l’abbandono dell’aula da parte del consigliere Emilio Zannotti della lista “Civitas” e l’astensione dal voto da parte dei tre consiglieri della lista “Serra Democratica e Indipendente” Silvano Simonetti, Fabrizio Costantini ed Emanuele Procaccini.

Sull’argomento il gruppoSerra Democratica e Indipendente ha inviato una nota stampa: “Oltre all’importo finale del prezzo di acquisto (960 mila euro importo conosciuto e noto a seguito della richiesta per la manifestazione della volontà), a cui vanno aggiunti l’Iva, se ed in quanto dovuta, spese di frazionamento, spese per calcolo millesimi di proprietà, spese notarili, catastali….ecc., si deve tenere conto nel fissarlo anche della quota degli interessi relativi al rimborso del mutuo che probabilmente sarà la forma di finanziamento per l’acquisto di parte del complesso Monastico. A questo punto il costo finale potrebbe avvinarsi verosimilmente a 1 milione 100 mila euro/ 1 milione 200 mila euro che divisi per 20 anni (durata presumibile del mutuo) porta ad una spesa annua di circa 65/75 mila euro“.

Questa ulteriore spesa, prosegue il gruppo SDeI, andrà a gravare sulla spesa corrente del bilancio comunale riducendo la disponibilità di risorse per il funzionamento dei servizi comunali giudicate dalla minoranza già insufficienti rispetto ai bisogni dei cittadini. Infatti non sarà infatti possibile, per il 2016, aumentare le imposte comunali per il divieto della legge di stabilità 2016.

“Ma al di là di questi aspetti finanziari – si legge nella nota – che già dovrebbero far valutare l’iniziativa (forse avventata da un eccesso di suggestioni), quello che dovrebbe essere messo a fuoco è ‘il cosa fare’ di questa struttura. Il ‘turismo religioso’ fa sorridere tenendo presente che non vi sono strutture per ospitare se non pochi visitatori (arriviamo a 30 posti letto?). L’Hotel De’ Conti con i suoi 55/60 posti letto è chiuso da anni, l’amministrazione lo dovrebbe ben sapere. Nelle recenti iniziative promosse dall’amministrazione è stata presentata una relazione, con elaborati grafici scarsamente leggibili sul percorso di visita della struttura, che dovrebbe servire per organizzare convegni e per richiedere finanziamenti. La destinazione d’uso dei locali è indefinita e ci sembra che anche l’amministrazione non abbia le idee chiare“.

“Come ad esempio non è chiara la posizione dell’Amministrazione rispetto al Museo delle Arti Monastiche circa un suo possibile spostamento nei locali che si intendono acquistare, fatto questo da evitare e che comporterebbe una spesa molto elevata e uno spreco di denaro pubblico. L’eventuale spostamento del Museo – si precisa nel comunicato -, anche parziale, avrebbe dovuto prevedere la presenza nella commissione consultiva costituita con decreto del sindaco n. 12 in data 31/08/2015, del dott. arch. Luca Schiavoni, che ha progettato il Museo stesso in collaborazione con la compianta dott.ssa Amelia Mariotti che ha seguito la parte scientifica e l’allestimento”.

“Vorremmo inoltre sapere: è stata presentata una qualche domanda di finanziamento “a fondo perduto” alla Regione, al Ministero dei Beni culturali, all’Europa? Da notizie di stampa Corinaldo ha presentato un progetto di ristrutturazione di un albergo; Corridonia, ci sembra, sia stata inserita per la ristrutturazione del Convento degli zoccolanti nel Piano di finanziamento della Sovrintendenza per 1 milione 200 mila euro. Serra de’ Conti cosa ha fatto fino ad ora? Non si porti a giustificazione, come abbiamo già sentito, la mancanza della proprietà dell’immobile perché i finanziamenti vengono concessi anche se non si ha la proprietà ma solo la locazione o il comodato dell’immobile (v. Corinaldo la convenzione fra Parrocchia e Comune per la chiesa di S. Maria e i finanziamenti già ottenuti). Per ultimo, sempre dalla stampa, qualche tempo fa è apparsa la notizia che i Comuni non possono acquistare immobili se non dopo aver dimostrato ‘documentalmente l’indispensabilità e l’indilazionabilità attestate dal responsabile del procedimento‘. La congruità del prezzo è attestata dall’Agenzia del Demanio. L‘acquisto di una parte del Monastero indispensabile e indilazionabile per l’attività del Comune? Chi lo attesterà? Non si rischia un po’ troppo dal punto di vista della Corte dei Conti e della Procura della Repubblica? (vogliamo ricordare in questa sede che anche per i consiglieri che esprimessero un voto contrario all’acquisto di parte del complesso Monastico potrebbero essere chiamati a risponderne di fronte alla Magistratura e alla Corte dei Conti)”.

“Rimane infine da dimostrare all’Agenzia del Demanio la congruità del prezzo che verrà concordato con la Congregazione. Occorre prendere in esame e valutare le problematiche per trovare le risorse necessarie per la necessaria manutenzione ordinaria e straordinaria dell’immobile, tenuto conto delle sue condizioni piuttosto precarie, specialmente nell’ala Est dell’immobile che coincide con quella che nelle intenzioni sarà oggetto di alienazione. Invitiamo il Consiglio Comunale – conclude il Comunicato – a considerare che la manutenzione impegnerà risorse per i prossimi anni con oneri che si rifletteranno sul bilancio corrente del Comune e con conseguente ulteriori tagli sui servizi pubblici specie quelli relativi alla persona (servizi sociali, scuole, strade ecc.)
Per questo noi chiediamo di riflettere bene e a lungo prima di fare scelte frettolose. Ci sembra opportuno, tenendo conto che l’iniziativa impegnerà ingenti risorse almeno per i prossimi 20 anni, non sia sufficiente una “autorizzazione” del Consiglio Comunale a continuare le trattative di acquisto, ma sarebbe opportuno consentire a tutta la popolazione di esprimere il suo parere mediante un referendum consultivo. Trattandosi di una scelta molto importante con notevoli riflessi economici che graveranno su tutta la collettività, ci sembra giusto che la Comunità stessa sia consapevole di cosa si sta per fare e una volta tanto sentire anche il popolo elettore”.

 

dal gruppo consiliare “Serra democratica e Indipendente”

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