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Serra de’ Conti, l’amministrazione sull’acquisto del Monastero

"Politica, coerenza e responsabilità: il percorso decisionale è stato, e continuerà ad essere, aperto e trasparente"

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Monastero di Maria Maddalena di Serra de' Conti

Nella seduta consiliare del 28 dicembre 2015, è stato approvato dal Consiglio comunale un protocollo d’intesa riguardante il futuro del Monastero di Santa Maria Maddalena di Serra de’ Conti, ormai in vendita da diversi anni.

Un Consigliere di minoranza è uscito dall’aula rifiutando di partecipare alla discussione ed alla successiva votazione, motivando il gesto con il suo totale disaccordo sull’acquisto dell’immobile e sul suo successivo utilizzo, mentre gli altri tre Consiglieri di minoranza hanno partecipato alla discussione facendo alcuni rilievi ed hanno poi disertato la votazione. I rilievi fatti possono ricondursi principalmente a tre argomenti: entità della spesa, utilizzo della struttura, percorso decisionale e politico.

Quanto alla spesa, sul piano amministrativo, disponiamo solo di una lettera di richiesta economica, per l’importo di 960.000 € (prot. n. 6283 del 7.9.2015), e della perizia, eseguita da uno studio tecnico scelto dalla proprietà. Tale richiesta riguarda una porzione pari a circa il 70% dell’edificio, compresi gli arredi, (l’altra parte verrebbe donata alla Parrocchia), quindi il prezzo si aggira sui 350 €/mq. trattabili.

L’atto discusso in Consiglio costituisce quindi un mandato a trattare l’acquisto e la richiesta è attualmente al vaglio dei Tecnici comunali e, comunque, su qualsiasi valore si dovesse raggiungere l’accordo, è prevista dalla legge una valutazione di congruità da parte dell’Agenzia del Demanio, è necessaria quindi una certificazione pubblica prima di acquistare.

Quanto all’utilizzo della struttura è un tema certamente delicato, da studiare e approfondire attentamente, e l’ipotesi scaturita da un gruppo di lavoro, istituito per avviare un dibattito aperto sul futuro del Monastero (estensione del Museo delle Arti Monastiche, centro di accoglienza per il turismo esperienziale, stages e attività culturali), è certamente un approccio interessante tra le tante cose che si possono ipotizzare, e quindi da valutare nella futura riprogrammazione funzionale dell’immobile.

Questi argomenti sono stati affrontati in quattro appuntamenti pubblici (un convegno, un’assemblea e due conferenze) nei quali è stato illustrato il Monastero e trattato della gestione dei beni culturali: un percorso aperto alle idee e alle proposte di tutti, compresa l’opposizione dalla quale non è emerso molto (ad eccezione della proposta di ritorno delle monache, ipotesi peraltro già contenuta nel protocollo stesso).

Il Monastero, se analizzato seriamente nella sua complessità storica, costituisce una enorme fonte di opportunità e di stimoli per tutta la comunità, qualche esempio: abbiamo appena attivato un corso sulla tessitura ed il ricamo (4 anni fa non c’erano iscritti, oggi oltre 20 richieste, quindi si pensa ad un corso annuale); alcuni imprenditori sono interessati ai dolci (durante la Festa della Cicerchia è stata fatta una sperimentazione) ed hanno proposto di poter sviluppare un’attività commerciale; con Slow Food regionale si studierà l’aspetto agro-alimentare della storia monastica (attraverso giovani ricercatori) in rapporto all’economia agraria del territorio (olio, vino, animali da cortile, ortaggi, dolci, ricette, ecc.), verificando le possibilità di riproporre il “sapere antico in chiave contemporanea“; il 19 e 20 marzo ci sarà l’apertura straordinaria del Monastero, in occasione delle Giornate del FAI (sono già quasi 100 i volontari disponibili), per la prima volta tutti potranno visitare i locali al cui interno c’è una Scala Santa (solo in pochissimi lo sapevano, fino a poco tempo fa). Questo, solo per citare alcune iniziative e proposte per il futuro che, senza un’azione positiva del Comune, semplicemente non ci sarebbero.

Il percorso decisionale è stato, e continuerà ad essere, aperto e trasparente (ad ogni tappa sono stati informati i Capigruppo consiliari), anzi le stesse critiche, perplessità e dubbi sono benvenuti e le autorità e giurisdizioni di controllo potranno certamente svolgere il loro ruolo a garanzia dei cittadini e per il corretto operato degli Amministratori. Critiche, perplessità e dubbi, nel pieno rispetto degli altri, costituiscono la norma nella democrazia rappresentativa, ma non rende esenti dalle responsabilità politiche, in questo senso l’abbandono dell’aula da parte dell’opposizione (come risulta dal verbale della seduta), dopo una pacata, rispettosa e tranquilla seduta consiliare (come, peraltro, è stato espressamente riconosciuto), appare del tutto incomprensibile (favorevoli, contrari o astenuti?), perchè sottrarsi alle proprie responsabilità?

Come afferma Italia Nostra, in un comunicato sull’argomento, il Comune e quindi l’Amministrazione tutta, non può che avere un “ruolo determinante” quanto al complesso monastico per “renderlo disponibile” alla Comunità, in una logica di collaborazione tra istituzioni civili ed ecclesiastiche, quindi su un argomento importante come il Monastero occorre coraggio, coerenza e senso di responsabilità che, in effetti, sono i requisiti fondamentali della politica.

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