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Ostra, una città senza bussola

"Che ad Ostra avessimo un Sindaco-filosofo era cosa risaputa, ma stavolta ha davvero superato sé stesso (in peggio)"

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Andrea Storoni

Che ad Ostra avessimo un Sindaco-filosofo era cosa risaputa, ma stavolta ha davvero superato sé stesso (in peggio). Questa mattina (11 dicembre), infatti, ci siamo imbattuti in un post Facebook di Storoni che ci ha lasciati di stucco; ammettiamo che abbiam dovuto rileggere più volte il suo scritto ma non certo per la sua “poeticità” quanto piuttosto per il suo effimero contenuto.

Tralasciando il fatto che “bizantini” non si scrive con la doppia zeta (e questo anche un bambino delle elementari lo sa), entriamo nel merito.
Dunque, cominciamo dalle “contraddizioni”: il suo post ne è pieno.

In primis, “il Corso come l’ago della bussola indica il Nord”: effettivamente, Corso Mazzini percorso in discesa punta verso nord o, meglio, nord-est. Ma qui non è l’interpretazione geografica che ci interessa quanto quella etica. Il nostro Sindaco ci ha voluto dire, tra le righe, che l’inversione è metaforicamente un’operazione che indica la giusta via, il Nord appunto, come quando per orientarsi si segue la Stella Polare. Quindi aver invertito la viabilità nel centro storico, secondo lui, è stato qualcosa di positivo.

Peccato che il Sindaco la bussola l’abbia letteralmente “scombussolata” interdicendo una secolare sensata viabilità. La realtà dei fatti è tutt’altra e l’abbiamo più volte denunciata e fotografata: strade vuote, in qualsiasi giorno della settimana ed in qualsiasi mese dell’anno, e danni considerevoli per le attività commerciali, nonché disagi per i cittadini, residenti e non.

In secondo luogo, “il centro storico è stato disegnato dal sole”. Che Ostra abbia (aveva?) un centro storico caratteristico è certamente un vanto di cui chiunque ami la nostra città, non può che esserne orgoglioso.

Tuttavia, questo centro storico, baciato dal sole e lambito dal vento, è anche continuamente “scarabocchiato” dalle deiezioni dei piccioni che deturpano gli storici palazzi gentilizi, le chiese nonché i vicoli, soprattutto nella parte bassa, rendendo la già malridotta pavimentazione degli stessi impresentabile e pericolosa, dove spesso è necessario fare lo slalom tra le carcasse dei pennuti. Nonostante ciò, per qualche arcana ragione, ci viene ancora riconosciuta la “Bandiera Arancione”.

In terzo luogo, “O andiamo avanti insieme, compatti, contribuendo e non denigrando, o nulla avrà un posto nel futuro perché piano piano, un pezzo dopo l’altro, tutto verrà meno”.
Se uno leggesse la frase senza considerare chi l’ha scritta, non potrebbe non ritrovarsi in queste meravigliose parole che denotano attaccamento e amore verso la propria città. Sfortunatamente, l’ “autore” di tale affermazione è Storoni e la contraddizione tra quel che scrive e quello che ha fatto per Ostra è inevitabile.

In più occasioni l’Amministrazione ha chiesto la collaborazione dei cittadini salvo poi agire in sordina, infischiandosene altamente di quanto veniva loro suggerito o, addirittura, informando la comunità dopo aver già deliberato in Giunta certe decisioni (un esempio su tutti, l’inversione: deliberata il 3 maggio ma resa nota “per sbaglio” dall’Assessora Paolinelli il 12 maggio in consiglio comunale).

Collaborazione” è stata recentemente chiesta ai commercianti per poter realizzare un’idea (non proprio originalissima) proposta durante un incontro, tenutosi lo scorso 14 novembre, tra la Giunta Storoni ed i commercianti: allestire una pista di pattinaggio sul ghiaccio in Piazza, per il periodo natalizio.

Il progetto sarebbe costato all’incirca € 8.500 di cui € 2.500 stanziati dal Comune ma, come si suol dire, “fatta la legge, trovato l’inganno”: l’importo presunto era al netto dell’Iva. Inoltre, dalla spesa iniziale erano esclusi i costi per l’assicurazione, gli sponsor, la pubblicità, i banner, la musica d’intrattenimento, diritti siae, ecc…

Ma non è tutto. La cosa più grave riguardava la copertura della parte restante della spesa, a questo punto “lievitata” considerevolmente rispetto all’importo presentato inizialmente: i nostri beneamati amministratori, senza alcun ritegno, avevano chiesto ai commercianti ed alle attività professionali di Ostra di farsi carico di tale onere, ciascuno con una “donazione” minima di 50€ !!
Il progetto alla fine è naufragato in quanto il costo complessivo era divenuto insostenibile, oltre che i tempi per attuarlo erano ristrettissimi, ma sappiamo bene che il tempismo non è certo una virtù della nostra Giunta.

Altra richiesta di “collaborazione” è pervenuta ai commercianti il 1 dicembre per l’organizzazione degli eventi natalizi in centro, previsti per questo periodo. La missiva comunale riportava testualmente: “Chiediamo a tutte le attività di contribuire alla buona riuscita del Natale, con un contributo minimo di 40 euro o multipli”.

A parte l’assurdità della richiesta dei “multipli di 40€”, ma vi sembra normale e moralmente corretto che la tanto sbandierata collaborazione consista sempre e solo nella pretesa di contributi economici? In cambio di cosa poi? Di una città fantasma? Dei danni alle già vessate attività commerciali?

La collaborazione, quella vera, dovrebbe essere uno scambio in dare e in avere: in questo caso, invece, si chiede soltanto e se non si sottosta a certe leggi, ci si sente pure rispondere da un Assessore che “i commercianti, il dispetto se lo fanno da soli e amen”.

Ovviamente, ci siamo volutamente limitati a riferire soltanto gli ultimi eventi ma, in realtà, ci sarebbero tanti altri imponenti “iceberg” disseminati sulla rotta della nostra nave senza bussola.

È ormai palese la desolazione di gran parte della comunità, pesantemente soggiogata da decisioni fondamentali e vincolanti, prese in camera caritatis nella sala dei “leveraggi” dove il cittadino diventa meramente cavia da sperimentazione e, da contraltare, si sente invece omaggiato a presenziare su scelte futili o di bassa levatura dove, sarcasticamente, si chiede partecipazione dando una parvente idea di collaborazione.

Nessuna “bussola”, ahinoi, sarà mai in grado di evitare un naufragio annunciato dopo l’ennesima perdita dell’orientamento da parte del nostromo e di tutta la sua fedele “ciurma”.
Peccato solo che quella barca alla deriva si chiami “Ostra” e che noi ne siamo i passeggeri impotenti.

da Comitato Sopravvivere ad Ostra

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