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Blackjack: le leggende legate al gioco del “21”

Il blackjack ha fatto il giro del mondo grazie a numerosi viaggi di esplorazione navale

carte e gioco d'azzardo

Tra le attrazioni più comuni che si possono trovare all’interno di una sala da gioco spicca un gioco di carte che si differenzia dai soliti, in quanto non pone i giocatori tutti contro tutti. Si tratta del blackjack, che per molti versi può ricordare il 7 e mezzo: i partecipanti, infatti, affrontano a turno il mazziere.

Lo scopo è quello di ottenere un punteggio più alto di quello dell’avversario, ma non è di come si gioca a blackjack nelle diverse varianti. Ciò che attira maggiormente l’attenzione degli appassionati, infatti, risiede nelle varie curiosità e leggende metropolitane che sono sorte intorno a questo gioco, in primis per quel che riguarda la sua denominazione. Il nome originale del blackjack è “Vingt-et-un”, cioè “21”. Il gioco è stato inventato in Francia nel XVII secolo e solo 200 anni più tardi gli americani hanno pensato di ribattezzarlo “blackjack”, per via di una regola che coinvolgeva il fante di picche e dava diritto a un premio più corposo.

Come molti altri giochi di carte, il blackjack ha fatto il giro del mondo grazie a numerosi viaggi di esplorazione navale. Le carte rappresentavano l’unico passatempo a disposizione dei marinai, che involontariamente hanno fatto conoscere alcuni giochi a molteplici Paesi. Ogni popolazione, poi, ha modificato le regole dei vari giochi a proprio piacimento e così sono nate le varie versioni alternative del poker e dello stesso blackjack.

I giocatori europei sono soliti lasciare sempre le carte scoperte, mentre quelli statunitensi tengono coperta la seconda carta prelevata dal mazziere. A cambiare è anche la regola dello “split”, che consente di giocare più mani in una: a quanto pare, in alcune sale vi sono delle limitazioni sulla quantità di carte sulle quali può essere applicata questa regola. Contare le carte è vietato, ma in passato c’è stato chi ne ha fatto la propria arte: si tratta del MIT Blackjack Team, un gruppo di studenti ed ex frequentatori di istituti prestigiosi come il Massachusetts Institute of Technology, la Harvard Business School e la Harvard University.

Dal 1979 in avanti, il MIT Blackjack Team ha ottenuto risultati grandiosi in molti dei casinò più importanti d’America, generando tra l’altro uno spirito di emulazione che si è mantenuto vivo fino ai primi anni 2000. Non a caso al MIT Blackjack Team è stato dedicato pure un film chiamato semplicemente “21”. Quella sul MIT non è stata però l’unica pellicola che ha portato il blackjack sul grande schermo. Anche “Rain Man” investe questo gioco di un ruolo centrale, in quanto permette ai due fratelli protagonisti di stringere nuovamente un legame affettivo dopo tanti anni di lontananza.

Il gioco è apparso anche nel primo capitolo dell’intramontabile serie di 007: la scena in cui James Bond si presentava al tavolo verde era ambientata proprio nel corso di una partita di blackjack. Nel tempo la popolarità del “21” è aumentata vertiginosamente, sebbene sia ancora imparagonabile a quella del poker. L’impressione generale, comunque, è che gran parte della storia del blackjack si sia già consumata. Difficilmente potremmo venire a conoscenza di nuove leggende sul gioco in futuro.

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