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“Serra de’ Conti ha bisogno di una biblioteca efficiente”

Italia Nostra Senigallia: "non solo effimero, la cultura non è un dettaglio"

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Se è vero che sapere è potere, ogni comunità dovrebbe avere a cuore la crescita culturale e intellettuale dei propri membri.
 

Il luogo del sapere è la scuola, lo strumento per apprendere è il libro, di carta o digitale che sia, il luogo dove si trova il libro è la biblioteca. Quindi ogni comunità che vuole accrescere la cultura come bagaglio di conoscenze e spirito critico dei cittadini dovrebbe dedicare particolare cura alla biblioteca. 
 
Spesso invece ha la meglio la cultura dell’effimero, iniziative culturali a getto continuo, conferenze, incontri, dibattiti, iniziative lodevoli sicuramente, ma più di intrattenimento e di immagine che di formazione culturale, perché occasionali e frammentarie e in genere al di fuori di un progetto di ampio respiro.  
 
Invece una politica culturale seria non può prescindere dal ruolo centrale della biblioteca, che non va vista però solo come un contenitore di libri, ma deve rappresentare soprattutto un luogo di incontro, di scambi di idee e di conoscenze, di acquisizione e produzione di conoscenze, insomma non solo un centro di lettura – per rifarsi ad una benemerita istituzione scolastica del secolo scorso- ma anche e soprattutto una istituzione in grado non solo di promuovere la lettura, ma anche di coinvolgere i frequentatori in esperienze e progetti culturali.
 
A questo modello dovrebbero rifarsi anche le biblioteche dei piccoli comuni, spesso l’unica istituzione culturale di cui dispone la comunità. Invece non sempre è così, in genere per ragioni economiche, comprensibili, ma non giustificabili. Forse per queste stesse ragioni un centro importante e vivace come Serra de’ Conti dispone sì da decenni di una biblioteca, ma manca di un bibliotecario e di conseguenza somiglia più al contenitore di cui dicevamo sopra, che ad un luogo di promozione della cultura.
 
Qualche anno fa un progetto finanziato dalla Regione ha permesso la ristrutturazione di una parte dell’immobile in cui ha sede la biblioteca, destinandolo a contenitore di varie attività culturali e sociali sotto la denominazione di “Posto delle parole”, ma alle parole, quelle importanti e scritte, ha dedicato sempre meno spazio.
 
Così la biblioteca da centro di promozione della conoscenza e della cultura si è trasformata di fatto in un semplice contenitore di libri, mentre una vera biblioteca deve svolgere, come si è detto, la funzione di aggregazione e valorizzazione delle potenziali culturali della comunità con un programma stabile e coerente di iniziative collegate alla lettura per promuovere la lettura stessa creando un rapporto e un in-terscambio con i lettori e i frequentatori delle iniziative culturali. Perché la biblioteca di Serra de’ Conti torni a svolgere i suoi compiti istituzionali sono necessarie due cose.
 
Primo, affidarne la gestione ad un responsabile esperto e stabile con un orario fisso settimanale. Secondo, procedere ad una schedatura adeguata del materiale librario secondo i criteri e il programma stabiliti dal Sistema Bibliotecario Regionale e inserirlo nel suo catalogo in modo da permettere il prestito interbibliotecario per gli studenti e i lettori più esperti. Certo tutto questo comporta un onere per l’Amministrazione di un piccolo comune, ma la cultura non è un dettaglio, né può essere solo l’ancella della politica. 
 
 
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