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Serra de’ Conti, lettera aperta al Comune di Bruno Massi

Monastero delle ClarisseL’ex direttore del Museo delle Arti Monastiche, Bruno Massi, comunica, attraverso una lettera aperta, all’amministrazione Comunale di Serra de’ Conti alcune proposte e considerazioni legate alla chiusura del Monastero delle Clarisse.



Di seguito, il testo integrale della lettera, inviata anche alla Commissaria del Vaticano per il Monastero di S. Maria Maddalena, alla Parrocchia di Serra de’ Conti, alla Diocesi di Senigallia, alla Direzione regionale per i Beni e le Attività Culturali delle Marche, al Comitato in difesa del Monastero:

Spettabile amministrazione Comunale,
dopo essermi interessato al Museo delle Arti Monastiche al progetto e alla sua realizzazione, poi alla gestione ricoprendo negli ultimi anni l’incarico di direttore, ritengo doveroso e utile comunicarVi le mie proposte dopo la chiusura del Monastero delle Clarisse e i relativi problemi connessi alla struttura per la sua storia religiosa e civile.

Salvaguardare la storia complessa, articolata nel tempo e il legame che ha avuto con la comunità serrana ritengo sia un dovere e un valore per il futuro del nostro Paese, e mi pare sia un sentimento ampiamente condiviso a Serra e non solo; tutto questo può e deve essere fatto valorizzando non solo la storia religiosa, ma anche l’economia, turistica-culturale , attraverso la salvaguardia di un patrimonio artigianale di qualità e artistico, la possibilità di un contributo dalla enogastronomia storica della vita monastica, ma proiettata nel futuro e un forte inserimento all’interno del costituendo “parco culturale ecclesiale Diocesano”.

La condizione che ritengo essenziale per realizzare queste potenziali obiettivi è che siano preservati la struttura e i suoi arredi; per quello che mi è dato sapere, avendo la proprietà dato la disponibilità di cedere alla Diocesi o alla Parrocchia il lato destro del monastero, visto dall’entrata, e a destra della Chiesa di proprietà del fondo per il culto, bisogna trovare una adeguata e correlata soluzione per le parte sinistra dell’edificio Monastico.

L’idea e la possibilità di ampliare il Museo collegandolo direttamente alla parte sinistra dell’edificio monastico con i relativi arredi consentirebbe di ripercorrere la vita religiosa e lavorativa delle monache e i luoghi della clausura immergendosi nelle stanze, luogo della vita giornaliera delle monache, conferendo ai potenziali visitatori l’emozione della vita claustrale, condizione forse unica in Italia; certo l’edificio e gli arredi dovranno diventare di proprietà del Comune, o quanto meno entrare nella sua disponibilità.

La prima cosa è raggiungere un accordo con la proprietà, e dato l’utilizzazione tesa a preservare e valorizzare la storia del monastero e della vita monastica dovrebbero essere stabilite condizioni particolari, vista anche la difficoltà a trovare un acquirente sul mercato immobiliare. Contemporaneamente o subito dopo avviare il progetto per la messa in sicurezza dell’edificio e il progetto museale con il collegamento all’attuale museo che può essere realizzato senza grandi interventi, né strutturali né espositivi; il valore consiste proprio nel mantenere gli ambienti della vita monastica. In questo progetto si possono trovare risorse finanziarie dentro i vari programmi a livello regionale, nazionale o comunitario, con possibilità anche di risorse private.

L’amministrazione Comunale dovrà certamente impegnare risorse finanziarie, ma così è stato per la realizzazione del Museo e anche per la sua gestione, senza investimenti non si può pensare di valorizzare la cultura, il turismo, l’enogastronomia e pensare ad un futuro migliore in questi settori, è una scelta che l’amministrazione deve affrontare, certamente dipende anche dall’atteggiamento degli altri interlocutori.

La Giunta Comunale con la delibera N. 50 del 14-4-2014 ha già espresso l’interesse per la salvaguardia e la valorizzazione dell’edificio Monastico indicando varie ipotesi di lavoro per iniziative in collaborazione con enti e associazioni o privati, per simposi, convegni, corsi professionali di vario tipo o altre iniziative di tipo religioso, turistico, culturale o professionale, ma senza l’ampliamento del Museo “le Stanze del Tempo Sospeso” all’interno dell’edificio Monastico le altre ipotesi sono difficilmente realizzabili.

Serra de’ Conti 2-07-2014

Bruno Massi

Redazione Valmisa
Pubblicato Lunedì 14 luglio, 2014 
alle ore 15:32
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