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A Trecastelli una commissione sicurezza e integrazione? Anpi esprime disaccordo

"Anzichè trovare semplici capri espiatori, perché non pensarne una su nuove povertà, per ricreare più tenace coesione sociale?

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La bandiera dell'ANPI, l'associazione nazionale partigiani d'Italia

Qualche giorno fa abbiamo appreso della mozione presentata dai gruppi consiliari di minoranza sulla richiesta di una commissione sicurezza e integrazione.

Si legge dall’articolo che la necessità nasce dal gravoso incidente successo qualche settimana fa che ha visto un ospite del progetto attivato dalla Prefettura di prima accoglienza per gli immigrati richiedenti protezione internazionale (e non Sprar) investire, ubriaco, una bambina in una carrozzina a Passo Ripe.

Vorremmo premettere dicendo che il focus del nostro articolo non è assolutamente voler difendere questa persona per cui chiediamo una severa condanna: la maggior pena possibile, perché è stato commesso un reato e a rimetterci purtroppo è stata una bambina. Speriamo quindi che la giustizia faccia il suo corso.

Tuttavia quello che ci infastidisce è la strumentalizzazione a fini elettorali della vicenda. Nel giro di pochi giorni dal fatto, forze politiche del territorio avanzano una richiesta: una commissione sicurezza e integrazione. Questa richiesta e necessità potrebbe far pensare che la sicurezza qui a Trecastelli o meglio la mancanza di questa, derivi esclusivamente dalla presenza di extracomunitari che, a quanto dicono, non sono integrati. O ci sbagliamo?

Nell’ultimo anno ci sono stati numerosi investimenti di pedoni sulle strade del territorio: è morta una signora di Ostra lo scorso anno a giugno, sono morte due ragazze uccise nei pressi del Megà a gennaio; una ragazza di colore è stata investita a Brugnetto a dicembre e la lista potrebbe continuare a lungo… Ma cosa ha spinto solo ora questi “paladini” della giustizia, nonché consiglieri comunali d’opposizione ad avanzare questa richiesta? Cosa c’è di diverso nell’ultimo fatto che ha scatenato questa “singolare” mozione? L’autista ubriaco, questa volta, è un extracomunitario proveniente dal centro prima accoglienza, cioè un’occasione più unica che rara in campagna elettorale!

Consiglieri comunali che per anni si sono prodigati nel volontariato cattolico del territorio, oggi continuano così a fare del bene e ad aiutare i più deboli? Al di là delle polemiche, noi come Anpi siamo consapevoli che un problema di integrazione c’è e va sicuramente analizzato nella sua complessità.

Salvini, al governo, ha operato dei tagli ai progetti di accoglienza di richiedenti asilo riducendo la quota pro-capite riservata ad ogni ospite che è andata ad incidere proprio sull’integrazione di queste persone: diminuendo le quote che le varie cooperative hanno a disposizione, sono venute meno una serie di figure professionali (italiane) e una serie di servizi che operavano proprio sull’integrazione culturale e linguistica dei richiedenti asilo.

Inoltre c’è da sottolineare che negli ultimi anni ci sono correnti politiche che hanno scatenato una crescente ondata di razzismo e odio, sviluppata proprio con azioni del genere, che vanno ad identificare nello straniero, “l’ultimo”, il responsabile di ogni male, come in questo caso, della mancanza di sicurezza.

È un cane che si morde la coda: prima si tolgono fondi dall’integrazione e poi si urla al lupo al lupo perché questa integrazione non c’è.

Purtroppo è un’operazione politica e culturale che va avanti da anni e che incomincia a dare i suoi frutti: non si ha il coraggio di analizzare la complessità della società in cui ci troviamo a vivere per renderla migliore, ma per sentirsi forti e appagati si scarica tutto il proprio astio sugli ultimi e più deboli che spesso sono gli stranieri. In questa maniera intanto ci si sente baliosi e soddisfatti e, con questa fallace certezza, ci si dimentica dei propri veri problemi (mancanza di servizi, disoccupazione, stipendi troppo bassi per numerosi professionisti, mancanza di giustizia sociale, emigrazione dei giovani verso l’estero), trovando così un semplice capro espiatorio di tutti i propri mali. Il tessuto sociale si sta sfilacciando sempre di più: non si riesce a capire che se io lotto per i diritti dei più deboli rafforzo di conseguenza, anche i miei diritti. Non c’è nessuno che viene in Italia a “rubare” i nostri diritti, siamo tutti sulla stessa barca.

Quindi, alla luce di questo, noi vorremmo proporre all’Amministrazione Comunale di iniziare a lavorare su una più tenace coesione sociale in cui nessuno possa rimanere escluso, una grande e resistente rete che possa contenere tutti, per riprendere una massima cattolica, “che non lasci indietro nessuno”. È un lavoro duro e con frutti che si potranno raccogliere tra qualche anno, ma un lavoro che vale la pena di intraprendere. E invito tutte le associazioni del territorio che hanno nel proprio statuto e soprattutto nel proprio cuore, il desiderio di una vera integrazione, a sedersi con noi ad un tavolo e a iniziare con piccoli gesti a ricucire i rapporti sociali e non a sfilacciarli, ad integrare e non ad escludere, a conoscere e non ad odiare il diverso. Dovremmo in qualche modo seguire l’esempio che ci è stato dato per anni da una nostra concittadina che ahimè ci ha lasciati, Giuseppina Fattori, che ha fatto di questi valori la sua ragione di vita, che però i suoi “compagni” politici non hanno saputo raccogliere. Questa mozione ne è testimone.

Se proprio si voglia creare una commissione di indagine perché non pensarne una sulle nuove povertà, fenomeno dilagante anche nel nostro Comune? Decisamente più utile al fine di ricreare una più tenace coesione sociale.

Riguardo alla sicurezza, invece, siamo convinti che se ne debbano occupare il Prefetto e le forze dell’ordine e non di certo i cittadini.

Manzoni nei Promessi Sposi scriveva: “quando parla il senso comune, il buon senso tace”. Impegniamoci tutti ad avere buon senso e a non lasciarci travolgere dal senso comune.

Da Sezione Anpi Trecastelli

Commenti
Solo un commento
Mario2 2020-07-17 14:27:58
Basta con la predica, se volete fare qualcosa toglietevi una parte di pensione e aiutate chi vi pare, questa storia di etichettare chi la pensa diversamente da voi mi disgusta, siete peggio dei fascisti che avete combattuto.
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