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Annullamento Giornate FAI, Progetto Ostra risponde a Franceschini

logo Progetto OstraCon grande amarezza abbiamo preso atto di quanto contenuto nella risposta all’interrogazione presentata dal gruppo di minoranza “Progetto Ostra” il 23 dicembre 2015, nella quale venivano richieste maggiori informazioni in merito alla partecipazione di Ostra alle Giornate F.A.I. di Primavera ed. 2015.



Dopo settanta giorni (5 sono quelli previsti dalla normativa) l’assessore di competenza ci informa che quest’anno Ostra non sarà tra i 340 comuni che aderiscono al progetto nazionale. Sarebbe stato più elegante e coerente ammettere una mancanza e come tale presentarla. Invece leggiamo che “ha impedito il maturare di proposte una serie di circostanze e difficoltà”, tra cui annovera l’ingente spesa in conto capitale maturata nei primi mesi del 2014: nulla ci fa sapere dell’ipotetica iniziativa di recupero (eppure un progetto era necessario averlo per valutare poi l’impossibilità di realizzarlo), in ogni caso ci permettiamo di ricordare che l’avanzo di Amministrazione per gli investimenti è applicabile in qualsiasi momento dell’anno, una volta approvato il consuntivo. Per quanto riguarda, invece, i vincoli imposti dal Patto di Stabilità, è evidente che i lavori fatti con quelle risorse a fine anno o inizio del successivo, fisiologicamente vanno nel calcolo del Patto dell’anno successivo. Quindi, probabilmente non è stato di carattere finanziario il vero problema.

Poi si sottolinea la mancanza del personale assegnato al settore, tacendo del tutto il fatto che da tempo il settore Cultura agisce in regime di sofferenza e di emergenza e da tempo si avvale della disponibile collaborazione del personale di altri settori. Basta una verifica delle assenze per malattia negli anni passati, per accorgersi che questa circostanza non ha impedito di onorare l’appuntamento con il F.A.I., che anzi, proprio in questo contesto e nonostante questo, ha visto la luce. Ci ricorda anche l’interruzione della collaborazione interinale, che da subito, però, avete dato evidente segno di non gradire, mettendone in dubbi, con i fatti, la competenza professionale e l’affidabilità e che, comunque, è stata una risorsa soltanto nello scorso anno e non nei precedenti. Quindi, probabilmente non è legato al personale il vero problema.

L’ultima chance, si scrive, restava il Museo, forzosamente chiuso, a dire dell’assessore, per la nostra inadempienza verso le prescrizioni di legge: e anche qui dimentica di dire che, all’indomani della sua nomina, era stata accoratamente segnalata da chi l’aveva preceduto nel medesimo ruolo, la necessità di completare gli interventi in essere, bruscamente interrotti per fronteggiare l’emergenza alluvione, che richiedeva la presenza in toto sia della squadra esterna del Comune che di gran parte del personale interno e, giocoforza, ridisegnava la scala delle priorità. Tutto questo, però, nulla ha a che vedere con il F.A.I., che per le Giornate di Primavera chiede la visibilità di luoghi o opere ordinariamente non fruibili, riscoperti per l’occasione e non di un Museo già aperto. Di altri spazi, adatti a presentare una proposta definita “in extremis”, come dice di aver cercato di fare l’assessore, il nostro Comune è ampiamente provvisto. Ci permettiamo, però, di notare che una manifestazione prestigiosa come quella organizzata dal F.A.I., che dà visibilità a livello nazionale ai Comuni che aderiscono, che consente il coinvolgimento degli insegnanti e degli studenti (e i nostri negli anni scorsi si sono sempre distinti per impegno e competenza), non può essere affrontata “in extremis”.

Come lo stesso Franceschini scrive, le tempistiche proposte dal F.A.I. prevedono la definizione degli interventi entro ottobre: a novembre, quando è stato stilato il programma degli eventi locali, i contatti dovevano già essere stati attivati, il progetto e la modalità di realizzazione e di fruizione già definiti. Nella lettera, precisa anche che non va depositato nessun progetto: certo, se questa espressione evoca nell’assessore particolari procedure, con gravosi adempimenti burocratici, certo no. Un progetto, però, va presentato, per consentire ai Responsabili di valutare la proposta, per capirne la portata culturale, storica o artistica. In altre parole, i ben noti “chi, che cosa, dove, come, quando” vanno condivisi con chi ha la responsabilità dell’organizzazione generale. Il meccanismo in cui si entra prevede scadenze ed esigenze precise e non lascia spazio a improvvisazioni ed estemporaneità. A novembre la presa d’atto dell’impossibilità di partecipare doveva già essere chiara e qualunque altra iniziativa, raffazzonata in seguito, era già evidente che sarebbe rimasta fuori.

Quando l’Amministrazione vorrà dare comunicazione ufficiale, attraverso i suoi “soliti canali”, della non partecipazione di Ostra alla manifestazione, tra le mille ragioni che addurrà eviti di attribuire responsabilità a chi l’ha preceduta nel governo della città, a cui, in merito alla questione, può e dovrebbe soltanto riconoscere la capacità di aver fatto in passato ciò che oggi appare non più realizzabile.


da Progetto Ostra

Redazione Valmisa
Pubblicato Venerdì 20 marzo, 2015 
alle ore 15:32
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