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Trecastelli: “Necessaria la riorganizzazione del servizio mensa”

Il Comune prova a fare chiarezza: "Aperti al dialogo purché costruttivo, non capiamo il timore sul centro unico di cottura"

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Mensa scolastica, educazione alimentare a scuola, refezione scolastica

Non è usanza dell’Amministrazione Comunale di Trecastelli ribattere un certo tipo di considerazioni, ovvero strumentalizzazioni, che hanno come unico obiettivo una contrapposizione di parte senza alcun costrutto, ma riteniamo tuttavia necessario al fine di una corretta informazione e nel rispetto di tutti i cittadini di Trecastelli, fare per il caso specifico delle mense scolastiche, ulteriore chiarezza, vista l’importanza dell’argomento e la confusione e la disinformazione causata da alcune note dell’opposizione contenenti appunto informazioni errate a riguardo.

L’Amministrazione Comunale, in un’ottica di lungimirante programmazione e in esito anche al percorso di fusione, intende attivare un processo di ottimizzazione e razionalizzazione di tutti servizi al fine di determinarne sostenibilità ed adeguamento alle normative in materia, salvaguardandone e se possibile migliorandone la qualità.

Andando nello specifico delle mense scolastiche, è il caso di riassumere la situazione attuale.
Nel Comune di Trecastelli sono presenti, ad oggi, quattro scuole materne dotate di relative cucine che complessivamente predispongono una media di soli 150 pasti al giorno (le mense sono strutturate per un flusso ottimale di 250 pasti al giorno, con evidente spreco giornaliero di risorse), senza contare l’assenza in queste strutture di spazi idonei alle preparazioni, a circuito separato, per diete speciali (vegani, vegetariani, ecc) e per alimentazione controllata su prescrizione medica (intolleranze, celiachia, diabete, nefropatie, ecc). Appare pertanto fin troppo evidente che sia necessaria una riorganizzazione del servizio che ha, quale imprescindibile esito, l’individuazione di un unico centro di cottura.

Pertanto ciò che chiediamo ai genitori è di costruire insieme un percorso che possa garantire il massimo della qualità del servizio inteso come modalità di confezionamento dei pasti, qualità degli alimenti, rispetto delle vigenti normative ed in prospettiva di quelle in itinere. In tal senso l’Amministrazione è aperta a qualsiasi discussione e confronto come più volte esternato.

Non a caso abbiamo anche proposto la costituzione di un’apposita “commissione mensa” composta da genitori, insegnanti, tecnici nutrizionisti che in qualunque momento e a sorpresa possa effettuare sopralluoghi e assaggi del pasto al fine di giudicarne la quantità, la qualità, la gradevolezza, esprimersi su nuove diete e suggerire tutto ciò che possa consentire sempre più il miglioramento della qualità, dell’igiene e della sicurezza della elaborazione dei pasti che deve avvenire in un luogo strutturalmente e funzionalmente ineccepibile.

La conferma di quanto sia importante per l’Amministrazione Comunale l’alimentazione dei nostri bambini, è proprio dimostrata dal fatto che per la scelta del percorso proposto sono stati consultati tecnici e attinto ad esperienze consimili presenti in massa sul territorio nazionale e inoltre per alcuni mesi si è lavorato sulla rivisitazione del menù ottenendo, in accordo con l’ASUR, un ottimo risultato.

Ma sarebbe già oltremodo sufficiente rifarsi all’esperienza, ormai consolidata, del vicino comune di Jesi che viene considerato, come apparso poco tempo fa sulla stampa locale e nazionale, la migliore mensa scolastica d’Italia collocata in un’unica struttura rispetto alle sette cucine in cui precedentemente si preparavano i pasti.

Appare quindi incomprensibile tanta animosità verso una scelta di questa Amministrazione che si fonda sul principio della tutela e salvaguardia della salute dei bambini che frequentano la scuola materna del nostro Comune, intendendo con ciò innovare la modalità di preparazione dei pasti ormai superata e non più rispondente al criterio di uniformità ed omogeneità del trattamento, in considerazione anche della possibile estensione del servizio alla scuola elementare, nella fattispecie del “tempo pieno”, sino ad interessare la scuola media anche in condizioni di “tempo parziale”, allorquando l’esigenza del servizio sarà manifestata dai cittadini.

Pur rispettando il pensiero dei genitori del comitato “no mensa unica”, non comprendiamo come la scelta del Centro di cottura unico possa costituire un timore, totalmente infondato, rivolto al cambiamento, un assurdo pregiudizio per l’innovazione che non fa certamente onore a chi lo persegue e soprattutto elude il principale interesse comune, ovvero il benessere e la tutela dei nostri giovanissimi concittadini.

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