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“L’ambiente è la casa di tutti, tutti dobbiamo prendercene cura”

Svolto a Piticchio di Arcevia il festival Hearth

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L'incontro al festival Hearth a Piticchio di Arcevia su terra, ambiente e religioni

E’ la “casa delle case” per tutti i credenti. L’ambiente ha un valore fondamentale per le tre religioni monoteistiche, cattolica, ebraica, musulmana, come è emerso dalla tavola rotonda “La religione della terra”, che si è svolta alla terza edizione del festival Hearth di Piticchio di Arcevia, organizzato dall’associazione Amici di Piticchio e dalla cooperativa La Terra e il Cielo.

Un confronto, introdotto da Alessandra Marcuccini, sul rapporto persona-natura ispirato dalla necessità di rispettare, tutti insieme, questa casa comune. Un tema quanto mai di attualità di fronte alle notizie di una volontà degli Stati Uniti di uscire dall’accordo di Parigi sul clima.

L’enciclica, ha spiegato monsignor Francesco Manenti, vescovo della Diocesi di Senigallia, parla di “proteggere, preservare, conservare, custodire, di come ci si rapporta alla natura e ai beni che essa offre. La cura del Creato non come oggetto ma, appunto, come casa comune che Dio affida all’uomo. Questa è una cosa che ci riguarda tutti, dobbiamo imparare ad abitare bene questa casa, in una relazione fra di noi che garantisce la nostra umanità“.

Laudato sì“, ha aggiunto Rosanna Virgili, teologa, “non è propriamente un’enciclica verde, com’è stata anche definita, ma un grande concerto che ruota intorno ai fondamenti della bellezza, dell’urgenza, dobbiamo cioè renderci conto delle gravi ferite che stiamo facendo all’ambiente, del dialogo, per collaborare tutti a mantenere questa casa comune“. Ahronee Nahmiel, maestro del culto della Comunità ebraica di Ancona, ha sottolineato come, sulla base dei testi sacri, “sia necessario riflettere sul proprio comportamento, che è quello può provocare danno alla natura. Non esistono montagna, terra o mare assassini, ma esistono le azioni della persona, con le sue conseguenze. Bisogna, perciò, essere molto consapevoli nel meritare questo dono di Dio“.

Asmae Dachan, giornalista, ha ricordato le vittime di Londra e degli attentati che si compiono in tutto il mondo, sottolineando come “non esiste un Dio che approvi le uccisioni di innocenti nel nome di Allah“. Ha spiegato che, per l’Islam, “esiste una comunione che ci rende abitanti di questo pianeta e, per la quale, ognuno di noi ha una grande responsabilità. Gli esseri umani sono soci in tre cose, terra, aria e acqua, tutti con gli stessi diritti ma anche con gli stessi doveri, che ci devono spingere ad un uso civile e rispettoso dell’ambiente. Dobbiamo vivere su questa terra come un ambasciatore di Dio, come un forestiero o un viandante, ossia una persona che va alla scoperta ma che ha anche bisogno di essere accolto“.

E di “luogo di accoglienza” ha parlato il sindaco di Arcevia, Andrea Bomprezzi, perché “non ci muoviamo sulla logica dei muri ma dell’apertura, com’è successo nel ’91 con la comunità bosniaca o durante la Seconda guerra mondiale con l’aver ospitato famiglie ebraiche che erano perseguitate. Le religioni sono fondamentali sul territorio per la tenuta sociale, a fianco del nostro ruolo di amministratori“.

Una condivisione, questa, che ha creato grande coinvolgimento anche fra gli organizzatori che, dando appuntamento al prossimo anno, hanno detto Graziano Gambioli, presidente associazione Amici di Piticchio, e Bruno Sebastianelli, presidente della Terra e il Cielo, “dopo quello che è successo negli ultimi mesi, con il terremoto, è un’emozione che siamo contenti di poter vivere e che ci spinge a voler continuare a parlare di ambiente e territorio“.

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