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Montenovonostro insiste: ” si fermi questa unione!”

L'opposizione di Ostra Vetere scrive ancora al sindaco Memè furibonda per le Terre della Marca Senone

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Apprendiamo con sgomento che il sindaco non ci è stato a sentire e ha convocato addirittura per il 22 dicembre 2017 il Consiglio Comunale per deliberare la costituzione della Unione dei Comuni con un ridicolo nome ma dagli effetti devastanti per le nostre istituzioni locali.

Non possiamo tacere e non possono tacere tutti i montenovesi che vogliono bene a Montenovo. Per questo scriviamo ancora accoratamente al sindaco:

“Ostra Vetere, 21 dicembre 2017 Protocollo: 20171221 Oggetto: Fermi l’Unione.

Al Sindaco del Comune di 60010 Ostra Vetere (AN).

Prendiamo atto che non ci ha voluto ascoltare e ha convocato per il 22 dicembre 2017 il Consiglio Comunale di Ostra Vetere per deliberare la costituzione delle Terre della Marca Senone.

Ci sorprende e ci addolora molto questa decisione, per tutti i motivi che abbiamo illustrati in queste settimane e che porteranno a una intollerabile lesione dei diritti di autonomia del nostro Comune, libero e autonomo per 900 anni prima che arrivasse Lei a menomarlo. Siamo contrari a questo progetto: perché è stato troppo frettolosamente approntato e imposto senza valutare appieno costi e benefici, e soprattutto i danni che esso produrrà, purtroppo irreversibilmente. Lei è arrivato, finalmente è il caso di dire, a fine mandato: ancora pochi, pochissimi mesi e Lei cesserà le Sue funzioni di “primo cittadino” e forse “ultimo sindaco”, in troppi sensi. Lo farà lasciandoci una eredità intollerabile, che distruggerà 900 anni di storia paesana e comunale, che ridurrà Montenovo a misera e periferica frazione di “Senigallia Magna” (o Senigallia la Grande), pensata per dare soddisfazione alle bramosie di potere di un singolo personaggio che ci è del tutto estraneo, ma che può evidente contare sul ruolo subalterno che anche Lei ha scelto di recitare supinamente, frettolosamente, irriflessivamente, avventurosamente, pavidamente succube di un partito che è tutto meno che democratico se annichila la democrazia imponendo frettolose decisioni alla generalità dei cittadini e paesani all’oscuro di tutto, tantomeno consenzienti.

Libertà e democrazia imporrebbero un attento percorso partecipativo, cui ora rinuncia colpevolmente all’insegna di quei metodi tirannici tante volte criticati e ora sfrontatamente praticati da quel suo partito ancora attardato su modelli collettivistici che nè Russia nè Cina praticano più. Si fermi, finchè è in tempo, sospenda la decisione e convochi un referendum fra tutta la popolazione prima di deliberare in danno dell’Autonomia Municipale. O provocherà una inevitabile rivolta contro di Lei e contro quegli assessori e consiglieri che hanno votato la deliberazione.

Ci rifletta: non può e non deve impegnare il futuro del paese, proprio ora che è arrivato alla fine del mandato. Non può e non deve lasciare questa pesantissima eredità ai successori che non potranno fare altro che rimproverarLe di essere un collaborazionista del frazionismo senigalliese”.

Non sappiamo perché il sindaco non voglia ascoltarci, ma noi insistiamo: fermi l’Unione.

 

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