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A Brugnetto di Trecastelli un’opera del grande artista contemporaneo Sandro Sansoni

La scultura è un ritratto di Ferruccio Tarsi, un monumento alle tradizioni artigianali e agricole

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Monumento in bronzo del cestaio Ferruccio Tarsi.

Exegi monumentum aere perennius (lat. “Mi sono eretto un monumento più duraturo del bronzo”), è il verso famosissimo del poeta latino Orazio (Odi III, 30, 1), che evidenzia l’aspirazione all’eternità, ma che sottintende anche la condizione di precarietà e di fragilità della natura umana: la vita è una corsa contro il tempo per salvare dall’oblio la nostra memoria individuale e quella collettiva.


In località Brugnetto di Trecastelli, all’incrocio fra via Antonelli e via Pio IX, c’è un piccolo monumento in bronzo eretto alla memoria di un personaggio, la cui storia semplice merita di essere ricordata. Si tratta di Ferruccio Tarsi, di mestiere cestaio, nato a Corinaldo il 22 febbraio 1928 nella casa natale di S. Maria Goretti, dove visse fino a 16 anni circa, e morto a Brugnetto il 30 dicembre 2000.

Il nome del personaggio ritratto è leggibile sia sul lato sinistro del basamento, dove è scritto che la piccola composizione monumentale fu “Ideata e voluta da Ferruccio nell’anno 2000″, sia nell’epigrafe in marmo in forma di acrostico che l’Artista e Poeta effigiato scrisse per sé stesso:

Monumento in bronzo del cestaio Ferruccio TarsiFin da bambino
Ebbi questa grande passione
Rustica semplice ma vera
Realtà di un’arte
Usata fin dai tempi più remoti
Cultura contadina
Cultura ormai scomparsa
In tutta la nostra campagna
Osando con la mia fantasia.

Tante e poi tante cose ho fatto
Anima e cuore ho impiegato
Restando sempre fedele al mio lavoro
Solo e unico ricordo qui rimane
Innamorato della vita / l’ombra del mio destino.

“Non morirò del tutto” (Non omnis moriar) sembra dire Ferruccio a chi lo guarda, ricorrendo sempre ai versi della stessa ode di Orazio; e la sua mano sinistra poggia su una mensola in marmo sormontata da un angelo in bronzo con il volto dorato. Sul lato della mensola sono incise le parole: “Chi ha fede / non muore mai”, per sottolineare la sua profonda religiosità.

Ferruccio Tarsi è raffigurato seduto davanti alla sua casa nell’atto abituale di intrecciare un canestro in vimini con le cesoie nella mano destra; è abbigliato con gli abiti usuali da lavoro e ai piedi calza semplici sandali con calzetti.

L’insieme compositivo monumentale Ferruccio lo ideò non solo per lasciare un ricordo di sé e del suo artigianato “rustico” di cestaio ai propri familiari, ma anche per ricordare alla piccola comunità di Brugnetto l’importanza di mantenere viva la cultura e le tradizioni contadine.

Commissionò la scultura finché era in vita, nel 1999, e la pagò di tasca propria con i ricavi dalla vendita dei cesti, all’artista prof. Sandro Sansoni (Ascoli Piceno 23 maggio 1953 – Ancona 4 agosto 2014), stimato docente dell’Istituto Statale d’Arte di Ancona, pittore, scultore, incisore, miniaturista ed altro. Il curriculum dello scultore è consultabile in internet al link: sandrosansoni.it.

Al versatile artista Sandro Sansoni il Comune di Ascoli Piceno ha dedicato una mostra dal titolo “Dal microcosmo al macrocosmo. Percezioni dell’indicibile”, tenutasi dal 15 giugno al 13 luglio 2019, ed un convegno di studi a cui hanno partecipato famosi critici d’arte, tra cui Stefano Papetti. Per l’occasione è stato edito un catalogo antologico delle sue opere, in cui la scultura di Brugnetto figura a pagina 67 con il titolo: Bronzo del cestaio Ferruccio Tarsi.

Monumento in bronzo del cestaio Ferruccio TarsiMonumento in bronzo del cestaio Ferruccio Tarsi, dettaglio con la firma di Sansoni/99

Sansoni ha creato un’opera classico-realistica capace di valorizzare l’arte “rustica” del cestaio, usando il bronzo, che è il metallo in cui sono ritratti imperatori, pontefici, eroi, poeti, cioè i grandi della terra.

Il canestraio del silenzio, cartolina della serie: Ripe il paese dei mestieri, anno 2000, Ferruccio Tarsi al lavoro, collezione privata di Donato Mori, g.cUn altro ritratto di Ferruccio si deve al fotografo senigalliese Dino Montesi, meno noto ma per nulla inferiore a Mario Giacomelli di Senigallia o a Mario Carafòli di Corinaldo. Sul retro della cartolina che lo riproduce, edita dal Comune di Ripe nel 2000, sono riportati i versi del poeta Walt Whitman (1819-1892), un gigante della poesia statunitense, che prediligeva nei suoi versi la gente comune, gli artigiani, i contadini, i pescatori e i vagabondi.

“Nella fatica dei mestieri
e nella fatica dei campi
io trovo gli sviluppi.
E trovo gli eterni significati”
(Walt Whitman)

La scelta dei versi di Whitman per commentare la foto ci è sembrata molto appropriata perché alcuni ricordano che Ferruccio, un po’ come Whitman, era un poeta autodidatta che amava recitare i propri versi semplici, ma che venivano dal cuore, in diretta nelle radio locali, come Radio Velluto e Radio G.R.S. (Gruppo Radiofonico Senigallia). In questa seconda emittente li leggeva soprattutto nel programma del mercoledì sera “Il pensiero vola”, che dava voce ai verseggiatori locali, ideato e condotto nel 1982 dal senigalliese Maurizio Mandolini, detto Moritz, poeta egli stesso.

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