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Serra de’ Conti, il gruppo Paese Democratico sulla riapertura del ponte di via Cone

"Scelta populista e incosciente"

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Ponte di via Cone a Serra de' Conti

Nell’ultimo consiglio comunale di Serra de’ Conti del 21 ottobre, abbiamo appreso con sbigottimento che il Sindaco e la sua maggioranza hanno intenzione di riaprire al traffico il ponte di Via Cone. Per renderlo percorribile agli autoveicoli hanno stanziato €15.000, qualche migliaia di euro per ripristinare il ponte così com’è, senza adeguarlo alla normativa vigente.

Per chi non lo ricordasse, il ponte di Via Cone è quello in cui ha perso tragicamente la vita un cittadino arceviese, nonostante fosse stato chiuso al traffico, nell’alluvione del 15 settembre 2022. Per questo ponte sono purtroppo ancora inquisiti i 3 tecnici comunali, succedutesi nel tempo come responsabili dell’Ufficio tecnico, perché il ponte è stato ritenuto non idoneo a far transitare le piene del F. Misa, non solo quelle bicentenarie, come prescritto dalla legge e come evidenziato tragicamente dall’evento alluvionale del 15 settembre 2022, ma nemmeno le piene ordinarie. Tant’è che il ponte viene sormontato dalle acque di piene ordinarie, ogni qualvolta piova un po’ più intensamente, figuriamoci da quelle eccezionali.

Riaprire un ponte inadeguato, con contrafforti sotto l’impalcato che ostruiscono la modesta sezione di deflusso delle acque, è una scelta populista e incosciente. Per mostrare l’efficienza non si rispetta la legge e si mettono nuovamente a repentaglio le vite umane nella speranza che certi eventi non si ripetano più. Tra l’altro il fiume Misa ha eroso parzialmente la sponda dell’alveo e ora l’impalcato del ponte non è nemmeno più in continuità con la strada.

Invece di sollecitare il Commissario regionale, che a distanza di oltre 3 anni non è stato ancora in grado di demolire e ricostruire il ponte (come da previsioni), si scelgono le scorciatoie a scapito della sicurezza. Tra l’altro questo è uno dei 3 ponti prioritari per la ricostruzione post alluvione che avevamo indicato alla struttura commissariale come da loro richiesto. (Per il Vicecommissario all’alluvione i 3 ponti – Farneto, San Fortunato e Via Cone – sarebbero stati ricostruiti, a norma, entro la fine del 2024).

Quello che ci fa ancora più specie è che tale scelta sia stata condivisa dal Vicecommissario Babini, come affermato dal Sindaco in Consiglio comunale. Infatti, la spesa sostenuta dal Comune di Serra de’ Conti sarà rimborsata dalla struttura commissariale per un importo di €15.000, pari alla quota messa in bilancio. Forse il Vicecommissario non ha capito di quale ponte si tratti, altrimenti non si spiega come un funzionario di rigore possa essere complice di un tale misfatto.

A Senigallia si progettano ponti mastodontici per rispettare le norme (il franco di 1.5 m tra il livello di massima piena e l’intradosso del ponte). A Serra de’ Conti invece si aggira il problema con sillogismi verbali e si riapre un ponte che non è in grado di far defluire le piene normali, figuriamoci quelle eccezionali per cui dovrebbe essere progettato. E’ un ponte che ostruisce il deflusso delle acque del f. Misa e come tale è da tempo che dovrebbe essere stato demolito.
Come minoranza riteniamo che occorra sollecitare la Regione Marche, nella figura del Commissario per l’Alluvione, affinché i lavori di ricostruzione del ponte avvengano il prima possibile, quello di Via Cone ma anche degli altri (Via Molino, Via San Fortunato, Via Colle Leva). I soldi ci sono, come sempre ci hanno raccontato; quindi, non si capiscono tutti questi ritardi.

Non è possibile che siano trascorsi più di tre anni e ancora quasi nessun ponte sia stato realizzato, non solo nel comune di Serra de’ Conti, ma nell’intera valle. In realtà un ponte è stato realizzato nell’entroterra: è quello di Via Farneto, nel nostro comune, grazie all’interessamento e il costante sollecito operato dal Sindaco Perticaroli e dalla precedente Amministrazione. Ponte di Via Farneto aspramente criticato da Simonetti durante la campagna elettorale, di cui contestava sia l’operato della struttura commissariale (costi) che dei progettisti (Consorzio di Bonifica).

Non vorremmo che questa soluzione di riaprire il ponte così com’è, oltre che pericolosa, sia motivo per la Regione di non finanziare più un nuovo ponte adeguato alla situazione, con standard di sicurezza adeguati. Quante volte abbiamo visto opere provvisorie che sono diventate definitive? La vita umana di noi serrani non vale meno di quella degli altri, per questo pretendiamo che siano rispettati gli standard di legge per mettere in sicurezza il territorio e che tali lavori siano eseguiti nel minor tempo possibile, perché troppo ne è passato inutilmente.

 

Gruppo di Minoranza Paese Democratico

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