Valmisa
Versione ottimizzata per la stampa

Ostra, incontro con Vera Maggini per gli studenti della scuola “Menchetti”

Si tratta della sorella di Alessandro Maggini, partigiano fucilato proprio a Ostra il 6 febbraio del 1944

BCC Fano - Banca di Credito Cooperativo di Fano - I vantaggi di essere socio
Studenti della scuola Menchetti di Ostra incontrano Vera Maggini

Per il secondo anno consecutivo, i ragazzi e le ragazze delle classi terze della scuola secondaria di primo grado di Ostra A. Menchetti – nell’ambito del progetto “Storie del ‘900” – hanno intervistato Vera Maggini, sorella del partigiano Alessandro Maggini, accompagnata da Lucia Paolinelli e Marusca Rossetti, della Sezione Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) Ostra.

La signora Maggini ha portato la sua preziosa e instancabile testimonianza, volta a favorire la conoscenza della Resistenza e a promuovere lo slancio dei giovanissimi verso la pace e la libertà. La signora Maggini non ha conosciuto il fratello, in quanto nata successivamente alla sua morte, ma ne ha ricostruito la figura grazie ai ricordi trasmessi dalla sua famiglia e da tutti coloro che o hanno conosciuto.

Rispondendo alle numerose domande poste dai ragazzi, ha parlato di come Alessandro (nato ad Ancona il 1° marzo 1924, morto a Ostra per fucilazione il 6 febbraio 1944) fece, ancor prima della guerra, la sua scelta ideale di aderire al partito comunista, per poi combattere per la libertà dell’Italia tra i partigiani, mettendo in gioco, e perdendo, la sua vita. Con la testimonianza della Maggini, i giovani hanno potuto “toccare con mano”, quasi rivivere il cruciale momento storico della loro Città, in cui si è consumato l’eccidio dei tre partigiani ostrensi, così ricostruito dall’Atlante delle stragi nazifasciste: “All’alba del 6 febbraio, in un massiccio rastrellamento, SS tedesche, agenti della questura, carabinieri e uomini della milizia fascista batterono tutto il territorio ostrense, perquisendo ogni casa, alla ricerca di partigiani, sbandati e renitenti alla leva. Furono rastrellate circa 200 persone e radunate presso il Comune, alcune delle quali furono poi condotte in prigione a Jesi e tre individuate, con l’ausilio di spie, quali maggiori autorità del Gap di Ostra, condannate a morte e fucilate. Si trattava di Brutti, Maggini e Amedeo Galassi…”.

Vera ha donato alla Scuola Menchetti alcune copie di un recente libro, che più che libro è una lettera, dedicato al fratello – “Lettera lunga a mio fratello Alessandro”, pubblicato dalla collana “I quaderni della regione”/ del Consiglio regionale delle Marche, non in vendita. È un regalo prezioso, che racconta il lato più profondo di ferite e sofferenze che ogni guerra lascia sempre dietro di sé, per generazioni e generazioni.

E’ intervenuta all’incontro in videoconferenza da Bologna anche la figlia di Vera, Alessandra Maltoni, che ha dichiarato: “Sono particolarmente grata di questo invito per poter ricordare a voi giovani ragazzi, insieme a mia madre, sua sorella, mio zio Alessandro di cui mi onoro di portare il nome. Mi fa piacere anche potervi informare del fatto che ho realizzato un libro che si intitola INNESTI di MEMORIA e che verrò a presentare anche a Ostra proprio il giorno della Liberazione della vostra cittadina (il 26 luglio 1944). E’ un libro, il mio, nato quasi per caso durante il terribile periodo della “pandemia”, quando ci siamo ritrovati tutti chiusi in casa, isolati, e spesso davanti a un pc abbiamo cominciato a pensare alle nostre famiglie. E’ stato in quel momento che in un mondo “sospeso” e incredulo mi è nata l’idea prima di raccogliere poi di assemblare storie “raccontate” da amici conoscenti colleghi, spaziando su e giù “virtualmente” per la nostra Italia tra tanti territori che grazie anche ai numerosi contatti che ho “sparsi” tra varie città ho potuto raggiungere. Un insieme di ricordi che accomuna tante tragiche vicende spesso simili di una guerra feroce, quella dichiarata il 10 giugno 1940 e conclusasi il 25 aprile 1945 con quasi 70 milioni di morti. E ho raccolto i ricordi in un libro, ricordi trasmessi di padri in figli che oggi, affidati spesso alla memoria di nipoti o pronipoti, diventano storia, quella più diretta, meno mediata o selezionata, la più spontanea. La storia è fatta dalle fonti che sono essenziali a ogni ricostruzione storica ma io ho scelto per FONTE quella dei racconti, la parte autentica delle vicende vissute. La storia è sostanzialmente un insieme di relazioni tra passato e presente, tra individui, e tra persone e luoghi, e per me le “mura di Ostra” con il cippo dove caddero i tre partigiani mitragliati da un feroce plotone di repubblichini, sono il luogo di relazione con un passato doloroso e straziante e un presente che spesso dimentica, travisa, a volte addirittura offende e oltraggia. E’ un luogo, il cippo di Ostra, che rappresenta ancora la ferita più dolorosa che la mia famiglia ha dovuto subire nella crudele vicenda della guerra, è il luogo della crudeltà cui il regime fascista condusse l’Italia. Sono onorata di poter parlare di questo amato zio proprio in una scuola, davanti a degli studenti. La scuola ha rappresentato tanto anche nella seppur giovane e breve vita di Alessandro. Lui che, prima di diventare un Partigiano, è stato uno studente, con tanti amici, con un professore antifascista, lui che era un ragazzo preparato e che amava studiare e soprattutto leggere, avrebbe fatto il maestro. Voglio concludere tornando al mio libro anticipandovi che tra i racconti “raccolti” ce ne sono alcuni molto toccanti: uno in particolare che mi è stato consegnato spontaneamente da un anziano di Ancona allora bambino sfollato con la sua famiglia proprio ad Ostra. Quest’uomo mi ha raccontato di essere stato prelevato con la forza (aveva 8 anni) all’indomani della fucilazione dei tre Partigiani Brutti, Galassi, Maggini nella piazza del paese e costretto insieme a altri uomini e donne a “sfilare” davanti ai tre corpi straziati di Sandro Pietro e Amedeo fucilati il giorno prima. Raccogliere storie non sempre è facile e sono sollevata dal fatto che a mia nonna questo episodio non fu raccontato, per lei il figlio attraversò il corso del paese con il fazzoletto rosso al collo e fieramente andò alla morte. Lo scopo di tanti, soprattutto di mia madre nata dopo quel tragico evento, fu consolarla per tutto il resto della vita. Ma vi assicuro che nessuna carezza potè lenire quel pianto! Ringrazio la scuola gli insegnanti l’Anpi di Ostra e tutti i ragazzini che hanno dedicato un po’ del loro tempo al ricordo dei tre caduti per la Libertà. L’impegno della scuola è prezioso, direi fondamentale e il mio auspicio è che il mondo dell’istruzione in questo paese ritrovi il coraggio di far studiare il novecento, senza escludere dai programmi scolastici ministeriali quella parte così dura, ma fondativa, della nostra Storia nazionale e della nostra Democrazia!”

Lucia Paolinelli ha concluso : “Noi dell’Anpi non possiamo che ringraziare la dirigente Andreolini, il professor Campolucci, gli/le altri/e insegnanti coinvolti, tutti i/le ragazzi/e, per l’attenzione e la sensibilità dimostrate in questa occasione e già in occasione del 25 aprile 2023”.

 

da: Istituto Comprensivo Ostra

Commenti
Ancora nessun commento. Diventa il primo!
ATTENZIONE!
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Valmisa.com e autenticarsi con Nome utente e Password

Già registrato?
... oppure Registrati!