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Da Serra de’ Conti una proposta a sostegno delle opere d’arte delle città terremotate

Il sindaco Tassi ha illustrato all'Anci un'iniziativa per il restauro e la visibilità delle opere rimaste danneggiate dal terremoto

I soccorsi e i Vigili del fuoco a Pescara del Tronto, Ascoli Piceno, al lavoro per liberare dalle macerie persone e cose dopo il terremoto del 24 agosto 2016

Convogliare le risorse raccolte per l’aiuto ai centri colpiti dal terremoto del 24 agosto sul restauro di beni culturali o opere d’arte in una logica di rapporti gemellari fra Comuni, strutturati su un temporaneo trasferimento del bene nel Comune che provvederà al suo recupero e che lo restituirà poi al Comune cedente a intervento ultimato, con ciò garantendone – oltre al ripristino –  la visibilità per tutto il tempo necessario alla effettuazione del lavoro.

Questo impedirebbe ad opere importanti (di cui l’area colpita dal sisma possiede una vasta esemplificazione) di restare conservate per lungo tempo in un locale precluso al pubblico, e ne garantirebbe la fruibilità anche negli impegnativi mesi del dopo-sisma, nei quali i centri storici delle zone interessate dal terribile movimento tellurico sono, nella sostanza, inaccessibili.

Questa, in sintesi, la proposta illustrata dal sindaco di Serra de’ Conti dr. Arduino Tassi – in unità d’intenti col primo cittadino di Amandola ing. Adolfo Marinangeli – in occasione dell’assemblea dell’Anci Marche, ed oggi recepita dall’Associazione. L’intento di Tassi e Marinangeli era appunto quello di far sì che le opere d’arte danneggiate dal terremoto e/o custodite in luoghi resi definitivamente o temporaneamente impraticabili dal sisma mantenessero una loro visibilità attraverso l’assegnazione provvisoria ad altre Amministrazioni che avrebbero provveduto al loro recupero, a ciò destinando i proventi delle molteplici raccolte di fondi allestite in tutta la Regione a sostegno delle aree attinte dal terremoto.

Il concetto era stato ripreso dal sindaco Tassi anche in una lettera trasmessa al Ministro dei Beni e delle attività Culturali on. Dario Franceschini, con la quale si prospettava l’utilità di una “nuova fruizione pubblica delle opere” in una logica di rete e in un’ottica di collaborazione proiettata “al futuro, alla ripresa di quei territori bellissimi ma oggi così drammaticamente colpiti”, ed ai quali a restauro concluso le opere sarebbero ovviamente state restituite perché riprendessero la naturale, coerente collocazione nei luoghi per i quali erano state storicamente concepite e materialmente prodotte.

Si tratterebbe di una ‘reciprocità’ che contribuirebbe ad evitare che molte opere d’arte rischino, per più tempo, di “restare nascoste“, e che tra l’altro sarebbe garantita ‘a saldo zero’ tenendo presente che implicherebbe l’utilizzo di “risorse già presenti nei bilanci pubblici approvati o già raccolte per finalità di aiuto; quindi si tratterebbe soltanto di orientare le scelte verso un settore (quello appunto dei beni culturali) e farne un moltiplicatore per la ripresa”.

L’ANCI Marche ha, come anticipato poc’anzi, mostrato nei confronti di questa proposta una attenzione felicemente materializzata in una scelta operativa: è infatti pervenuta nei giorni scorsi ai Sindaci delle Marche, a firma del Presidente dell’ANCI Regionale dr. Maurizio Mangialardi e del Segretario dr. Marcello Bedeschi, una nota con la quale, nel comunicare gli estremi dei conti su cui accreditare eventuali versamenti a sostegno delle aree colpite dal sisma, si precisa che “i fondi raccolti verranno impiegati dall’ANCI Marche come a suo tempo furono impiegati per il terremoto dell’Aquila, per il restauro di opere d’arte segnalate dalle Amministrazioni Comunali”.

Alla nota è allegato il verbale della riunione insediativa della Commissione Straordinaria Sisma di ANCI Marche che ha, tra l’altro, espresso l’indirizzo di “favorire i gemellaggi diretti fra Comuni con particolare attenzione alle finalità di recupero, restauro o manutenzione di beni culturali, ovviamente in accordo con la Regione Marche, Dipartimento Protezione Civile ed ANCI Marche”.

Una proposta che potrebbe, insomma, tradursi anche in una grande opportunità culturale per il territorio, tanto più significativa perché legata a sovvenire i Comuni colpiti dal terremoto in un settore -quello dei beni artistici e storici- che in circostanze come questa occupa talvolta collocazioni di margine rispetto a quelle sollecitate dagli altissimi costi in termini di vite umane, di patrimonio immobiliare e di infrastrutture, ma che per il rilancio di quelle aree riveste una funzione strategica primaria e, forse, non sostituibile.

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