Riconoscere stato Palestina, stop vendita armi: Corinaldo ha scelto da che parte stare
Approvata all'unanimità un mozione per lanciare un appello al governo e alle istituzioni e sensibilizzare la popolazione

Il 31 luglio, durante il Consiglio comunale, è stata presentata a nome del gruppo Corinaldo Guardare Oltre una mozione riguardante la drammatica situazione nella Striscia di Gaza.
Di fronte a una tragedia umanitaria di queste proporzioni, non si può e non si deve rimanere in silenzio. Anche da un piccolo Comune come il nostro è possibile lanciare un messaggio chiaro: la difesa della vita, della dignità umana e della pace è responsabilità di tutti, a ogni livello, la speranza è di vedere presto i due popoli e due stati che sappiano convivere nel rispetto reciproco.
Grazie a un importante lavoro di confronto e condivisione con il gruppo consiliare di minoranza Voce Comune, che ha arricchito la proposta con integrazioni fondamentali, la mozione è stata approvata all’unanimità. Un segnale forte e condiviso che va oltre gli schieramenti politici.
Il documento approvato impegna il Sindaco e la Giunta a:
– ribadire, come afferma la nostra Costituzione, che la guerra va ripudiata come mezzo per risolvere i conflitti;
– lanciare un appello al Governo italiano e alle istituzioni europee per:
– fermare l’escalation di violenza per arrivare presto ad un immediato cessate il fuoco generale a Gaza, in Cisgiordania e in Israele;
– vietare la vendita di armi ai gruppi armati presenti nel conflitto;
– rilasciare gli ostaggi e tutti i prigionieri detenuti illegalmente;
– avviare le operazioni di solidarietà internazionale verso la popolazione di Gaza;
– avviare le procedure di riconoscimento dello Stato Palestinese;
– interrompere qualsiasi rapporto economico con il governo israeliano;
– attuare concrete azioni di solidarietà;
– adesione formale alla Marcia della Pace Perugia-Assisi;
– promuovere incontri pubblici per sensibilizzare la cittadinanza e far crescere la consapevolezza su quanto sta accadendo;
– dare la massima diffusione a questa presa di posizione attraverso tutti i canali di comunicazione.
Un piccolo gesto, ma profondamente significativo: perché di fronte a tragedie umanitarie di questa portata, il silenzio non è un’opzione. È dovere delle istituzioni prendere posizione.
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