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Gli ipogei della città, l’anima sotterranea di Corinaldo

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Corinaldo, panoramaChe fosse il “paese più bello del mondo“, sulla base di un’asserzione coniata da uno dei suoi figli più illustri (Mario Carafoli, ndr) e ormai incastonata nella memoria del tempo, è cosa nota. Ma che Corinaldo riuscisse a stupire grazie anche alle sue parti più recondite (vale a dire gli ipogei della città, a costituire una vera e propria anima sotterranea), equivale a riportare alla luce una identità inaspettata, di caratura ugualmente prestigiosa.



Venerdì 5 aprile, a partire dalle ore 21 e al’interno della sala comunale del Palazzo Municipale, avrà luogo un appuntamento che renderà giustizia anche a quelle peculiarità del nostro borgo che usufruiscono di minor visibilità: “Corinaldo Sotterranea. Gli ipogei della città murata e la loro influenza sulla vulnerabilità del costruito storico“.

Oltre ai padroni di casa (interverranno il sindaco Matteo Principi e il geometra Massimo Manna), è prevista la partecipazione dei prof. Enrico Quagliarini, Sara Vallucci e Stefano Lenci dell’Università Politecnica delle Marche, dell’ing. Jr Rebecca Bacchiocchi e del dott. PIerpaolo Tiberi della Protezione Civile e Sicurezza locale della Regione. A dire la verità, durante il corso degli anni, periodicamente, sono stati organizzati locali convegni con il preciso intento di conferire risalto a quanto di pregevole il tempo aveva inghiottito. E solo incontri simili, in effetti, riescono a raccontare il lato altrimenti inaccessibile di un Comune. Ne è convinto il primo cittadino Matteo Principi.

Troppe volte – puntualizza al riguardo – siamo indotti a credere che le tipicità di un’esistenza saltino agli occhi in modo ovvio, immediato. Così pensando, e di conseguenza facendo, indirizziamo il nostro sguardo esclusivamente ad una visione superficiale, senza travalicare i confini che separano esterno da interno, apparenza da sostanza“.
Andando a frugare nei meandri più arcani, aggiunge, si riesce invece a cogliere il senso più autentico. “Le vicende storiche della nostra città e dei nostri paesi – spiega ancora il primo cittadino – si esprimono anche per quanto accadde nel sottosuolo durante i secoli. Un dedalo di gallerie e cunicoli, talvolta adibiti a strategiche vie di fuga, o verosimilmente utilizzati per la conservazione di derrate alimentari“.

In sostanza (“come anche sottolineato da numerose produzioni televisive“, afferma Principi) ne scaturisce un parallelismo tra la vita all’aria aperta e quella nel sottosuolo, andata in scena, quest’ultima, sia nelle grandi metropoli sia nei piccoli centri di provincia. “In tal senso – specifica il sindaco – Corinaldo si pone quale eccezionale terreno di studio per la vastità di un vero e proprio complesso ipogeo. Grazie alla professionalità dell’Università Politecnica delle Marche (Dicea: Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Architettura), in tal senso è stato possibile perseguire uno studio approfondito e particolareggiato“.
Va anche ricordato, a questo proposito, che a seguito della revisione del P.P.C.S. (Piano Particolareggiato del Centro Storico), Corinaldo ha attivato diversi studi a tema, ad indicare le nuove linee guida per l’elaborazione di un nuovo strumento urbanistico. “Uno degli aspetti principali affrontati dall’Amministrazione comunale – entra nel dettaglio Massimo Manna, responsabile comunale di Urbanistica e Ambiente – consiste nello stabilire, tramite attente analisi a carattere scientifico, una prima valutazione del rischio sismico del patrimonio edilizio del centro storico“.

Anche in questa occasione, fondamentale è stato il ruolo ricoperto dalla Dicea, in particolare dal prof. Stefano Lenci. “Dalla analisi della valutazione della vulnerabilità sismica – prosegue Manna – è emersa, principalmente, l’influenza proprio nei suoi riguardi manifestata dalle strutture ipogee disseminate nel sottosuolo del centro storico di Corinaldo. Di conseguenza, si sono venute a creare due distinte necessità: l’esigenza di una ricognizione conoscitiva sul territorio di quelle strutture e l’obiettivo di coinvolgere direttamente i cittadini, di modo che venga consentito l’accesso alle loro proprietà da parte dei tecnici incaricati da Comune e Università“.

Due istituzioni, queste ultime, la cui preziosa collaborazione ha finora consentito di individuare ben 62 strutture ipogee, “sorte presumibilmente in concomitanza con l’edificazione dei fabbricati sotto cui sono ubicate, e utilizzate come deposito e conservazione di alimenti” illustra Manna.
Che conclude: “Il lavoro fin qui compiuto consente al Comune di centrare un’ulteriore tappa in direzione del risultato finale della prevenzione, con la successiva microzonizzazione sismica del territorio comunale, che permetterà di usufruire di una visione completa del sistema edificato“.

dal Comune di Corinaldo

Redazione Valmisa
Pubblicato Giovedì 4 aprile, 2013 
alle ore 18:38
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