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Un nuovo volume di Virginio Villani sulla storia medievale di Arcevia

copertina libro virginio VillaniVenerdì 1° agosto alle ore 21,30 nel chiostro del Centro Culturale San Francesco di Arcevia sarà presentato il secondo volume della storia di Arcevia del prof. Virginio Villani, dal titolo “Rocca Contrada (Arcevia), Ceti dirigenti, istituzioni e politica dalle origini al sec. XV: l’avvento del comune popolare e le lotte di fazione (1250-1356)”.



La ricerca ricostruisce il secolo più travagliato, ma anche più ricco e dinamico della storia comunale di Arcevia, come di altri comuni della regione, caratterizzato da una forte crescita economica, sociale e culturale, ma anche da un susseguirsi quasi ininterrotto di lotte interne per il potere accompagnate alle guerre provinciali per l’autonomia. Di questi eventi, comunemente noti come lotte fra guelfi e ghibellini, si colgono spesso solo gli aspetti più appariscenti e romanzeschi, non raramente utilizzati come sfondo per drammi di amori e di sangue.
 
In realtà si tratta di un fenomeno ben più complesso, che accompagna ovunque lo sviluppo dei comuni e che trova le sue radici nel carattere di incompiutezza della democrazia comunale a causa dell’assenza di un sistema rappresentativo elettivo in grado di garantite l’alternanza fra le forze in campo: così le lotte fra le fazioni svolgono a modo loro un ruolo simile a quello della competizione elettorale nella moderna democrazia, con la differenza che nel comune medievale la conquista del potere si accompagna alla violenza e si conclude con la cacciata degli sconfitti.

La dinamica di questo fenomeno va vista perciò in un contesto più ampio e in una prospettiva di lungo periodo, come un processo alla ricerca di un difficile equilibrio fra le forze che si muovono nella complessa e magmatica realtà dell’Italia comunale: sul piano interno le lotte di fazione spingono verso l’elaborazione di forme istituzionali sempre più articolate e complesse, mentre sul pano esterno le guerre provinciali, che si intrecciano variamente con le prime, accompagnano il tentativo di dare una sistemazione e un assetto razionale alla miriade di entità territoriali che disseminano il centro-nord della Penisola in seguito all’esplosione del fenomeno comunale.
 
Ma il libro non si sofferma solo sul racconto di queste vicende, cercando invece di ricostruire il processo di formazione dell’impianto istituzionale, a lungo mutevole e precario, ma sempre finalizzato a dare una rappresentanza più ampia alle forze sociali, che si esprimono dalla fine del ‘200 attraverso gli organismi delle Società del Popolo e delle Società delle Arti: le prime costituite sulla base dei quartieri, le seconda sulla base delle associazioni di mestiere.

E’ un tentativo sapiente di dare una risposta di rappresentanza ai ceti popolari e di trovare un equilibrio fra le forze che si contendono il potere, emarginando via via le famiglie nobiliari che vengono viste a ragione le responsabili principali della violenza interna ed esterna.

Un processo che in genere giunge a compimento verso la metà del Quattrocento, quando si attua il definitivo consolidamento del sistema comunale parallelamente al consolidamento dell’equilibrio politico della Penisola. A questo punto l’assetto istituzionale raggiunto, soprattutto quello di comuni di un certo spessore come Rocca Contrada, presenta un sistema di pesi e contrappesi da far invidia anche ai più maturi sistemi istituzionali delle moderne democrazie.

da Redazione

Redazione Valmisa
Pubblicato Martedì 29 luglio, 2014 
alle ore 12:39
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