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Rievocato attraverso un libro l’assedio di Corinaldo del 1517

Sala Ciani gremita in Municipio per la presentazione del volume scritto da 4 diversi autori

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Assedio di Corinaldo, presentazione libro

Le celebrazioni e gli appuntamenti per commemorare al meglio la rievocazione del V Centenario dell’Assedio di Corinaldo da parte dell’ex duca di Urbino Francesco Maria I della Rovere hanno ufficialmente preso il via. Sabato 8 aprile quando, nella Sala Consiliare “A. Ciani” del Municipio, è avvenuta la presentazione del Volume “Corinaldo e l’Assedio del 1517. Tra Epopea e Storia nell’Europa del Rinascimento”.

Un volume realizzato da Virginio Villani, Dario Cingolani, Carlo Vernelli e Paola Galeazzi.

All’incontro, moderato dal dirigente dell’Ufficio Cultura del Comune di Corinaldo Paolo Pirani, sono intervenute davvero tantissime persone. E vi hanno presenziato il Sindaco Matteo Principi, l’assessore alla Cultura Giorgia Fabri, il parroco don Giuseppe Bartera, il maresciallo dei Carabinieri Francesco Gagliardi, il Sindaco del Comune di Trecastelli Fausto Conigli e molti altri ancora

Il Sindaco Principi ha esordito rivolgendosi alla sala gremita di gente, confermando le molteplici attività in vista del prestigioso traguardo storico del V Centenario dell’Assedio. “Sono obiettivi realizzabili – ha commentato il Sindaco Principi – solo se portati a termine in collaborazione con altri enti e istituzioni. Sto pensando all’associazione “Pozzo della Polenta” (il cui presidente Federico Piersanti era presente all’incontro), alla locale Pro Loco, ai vari Istituti di Credito tra cui la BCC, all’Istituto Comprensivo, alla Regione Marche. Senza il supporto di questi enti, e sono soltanto un esempio di quelli con cui costantemente lavoriamo, non sarebbe possibile perseguire determinati obiettivi”.

Ha quindi preso la parola Villani (che si è occupato anche del coordinamento editoriale del Volume), il cui compito è consistito nel ricostruire il contesto storico in cui si colloca l’Assedio, con avvenimenti precedenti e successivi. “Come è noto – ha puntualizzato Villani – la Guerra di Urbino ha coinvolto anche Corinaldo. Un conflitto che ha visto da una parte l’esercito mediceo, con truppe che contavano fino a 10mila uomini, contrapposto a quello roveresco, che ne contava circa 8 mila. Prima di giungere ad assediare le mura di Corinaldo, l’esercito roveresco tentò, senza molta fortuna, di conquistare altri centri: Mondavio, Mondolfo, Perugia, Città di Castello. Nessuno dei quali fu però occupato”.

L’esercito puntò quindi verso La Marca, per un semplice motivo economico (l’esercito roveresco era a corto di fondi mentre La Marca era notoriamente un territorio ricco). “Il 2 giugno 1517 – prosegue Villani – si trovarono sotto Montalboddo (l’attuale Ostra) e Corinaldo. Dopo 22 giorni di assedio, però, Francesco Maria della Rovere tolse le tende. Dopo che, a detta di quasi tutti gli storici, ci fu un concreto tentativo di conquistare Corinaldo”.

L’intervento successivo è stato realizzato da Dario Cingolani, che ha ricostruito la “Cosa Pubblica” di Corinaldo, focalizzando personaggi della vita pubblica di allora. Grazie all’aiuto di alcune slide, Cingolani ha mostrato al pubblico le varie “figure” che erano al comando della vita pubblica di allora. “In particolare – ha puntualizzato Cingolani – ho preso in esame alcuni documenti del Consiglio Comunale del primo gennaio 1517. Dove, giusto per fare qualche esempio, il Cancelliere era Cesarino Cherubini, il Podestà Ulisse Gessi, il Medico Condotto Lorenzo de Convertunio”.

Per partecipare al Consiglio Comunale (formato da 48 componenti e che godeva di potere legislativo), ha quindi aggiunto Cingolani, occorreva appartenere ad un censo elevato ed avere almeno 25 anni di età. Cingolani ha quindi esaminato altri aspetti dell’epoca molto interessanti.

Carlo Vernelli, poi, si è occupato del tema economico. Quando, vale a dire, la base dell’economia consisteva nell’agricoltura ma non solo. Anche Vernelli, grazie all’aiuto di slide, ha presentato al pubblico una rassegna di lavoratori dell’epoca: maniscalchi, farmacisti, lavoratori della pelle, calzolai e altri ancora. “Tutti questi lavoratori – ha specificato Vernelli – erano tenuti a seguire delle leggi specifiche per tutelare i propri clienti”. Quindi, a causa delle tasse troppo alte (le “Gabelle”) e di altri motivi, fu iniziato il commercio del grano.

Paola Galeazzi, infine, ha calato il sipario sull’incontro mettendo in evidenza l’analisi dei testamenti rogati dei notai di Corinaldo (conservati in Ancona, dove lavora la dr.ssa Galeazzi). “Una ricerca – ha concluso Galeazzi – che ha permesso di aprire una finestra sulla vita quotidiana che, all’epoca conducevano le famiglie corinaldesi”.

Un incontro molto sentito, in sostanza, che il Sindaco Principi e l’assessore Fabri hanno così interpretato.

“Oggi (sabato 8 per chi legge) – hanno detto – si è rivelata una ghiotta opportunità per l’intera collettività per dar vita ad un processo culturale condiviso, come sempre, coi Corinaldesi. Simili progetti permettono alla Cultura di assumere un aspetto trasversale, non rimanendo fine a se stessa. Siamo orgogliosi di aver contribuito a lasciare una traccia storica favorendo la produzione letteraria di un Volume che, sicuramente, si basa su un senso di appartenenza. E che indaga su alcuni spaccati di vita corinaldesi e che, anche, lascia qualcosa di prezioso e concreto da utilizzare alle giovani generazioni”.

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