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Processo “Fango e Cash”, ammesse le parti civili

Indagine su traffico illecito e stoccaggio di rifiuti speciali

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Onoranze Funebri F.lli Costantini
Tribunale di Ancona
Il 23 maggio davanti il Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Ancona, Dr.ssa Paola Moscaroli, si è tenuta l’udienza preliminare del processo “Fango e Cash”, condotto dal PM dr. Gubinelli della Procura Distrettuale Antimafia e che vede coinvolti imprenditori e funzionari della Provincia di Ancona e l’ex Sindaco del Comune di Arcevia Andrea Bomprezzi, difesi dagli avvocati Carlo Taormina, Roberto Tiberi, Alberto Bomprezzi, Stefano Pauri, Davide Mengarelli, Massimo Spinozzi, Leonardo Francucci, Davide Toccaceli e Serena Stronati. 
 

Le accuse vanno dal traffico illecito e stoccaggio di rifiuti speciali derivanti da demolizioni, alcuni dei quali da cantieri delle Ferrovie, nonché di ingenti quantitativi di rifiuti organici anche frammisti a materiale plastico, falsamente definiti ammendante, che sarebbero stati occultati in cave del territorio della Provincia di Ancona con profitti milionari in un periodo compreso tra il 2013 ed il 2020, il tutto falsificando, secondo l’accusa, i formulari di trasporto e conseguentemente dei registri di carico e scarico. 
 
Alcuni di questi rifiuti risulterebbero inquinati anche da idrocarburi pesanti con grave danno ambientale in quanto non trattati secondo la normativa vigente.
 
Secondo la tesi della Procura tale materiale per concludere legittimamente il processo di recupero del rifiuto avrebbe dovuti essere conferito a titolo oneroso in idoneo impianto autorizzato al recupero, mentre sarebbero stati illegittimamente depositati presso cave o terreni non autorizzati al fine di evitare le spese di trasporto e recupero 
 
Quanto all’ex sindaco del Comune di Arcevia la Procura gli contesta di aver consentito degli scavi in area di cava sita in Arcevia Loc. Madonna delle Grazie, sottoposta a pignoramento immobiliare, prelevando circa 18.400 metri cubi di calcare stratificato, anche con uso di esplosivi ed escavatori con un rilevante deterioramento del sito pignorato ed una sostanziale modifica dello stato dei luoghi, per poi ritombarla di rifiuti terrosi e da demolizione e rifiuti organici con un ingiusto profitto pari a 294.400 € nonostante fosse a conoscenza della procedura di pignoramento della cava e con delibera della Giunta Municipale avrebbero concesso una proroga dell’autorizzazione allo scavo alla R&V di Enrico Mancini S.a.s., consentendogli di scavare abusivamente nel sito pignorato.
 
All’udienza le difese degli imputati si sono opposte all’ammissione delle parti civili Unione Nazionale Consumatori, patrocinata dall’Avv. Corrado Canafoglia, del WWF e di Italia Nostra, patrocinate dall’Avv. Tommaso Rossi.
 
In particolare l’avv. Taormina ha eccepito che con la riforma Cartabia questi Enti non hanno più possibilità di entrare quali parti civili in processi penali del genere.
 
Il GUP ha rigettato tale eccezione ed ha ammesso la costituzione di Unione Nazionale Consumatori, WWF, Italia Nostra e del Comune di Fabriano accogliendo la tesi dell’Avv. Canafoglia rispetto al pieno diritto di questi Enti di esser parti civili in processi penali stante l’attività diffusa e meritoria svolta su tutto il territorio nazionale.
 
Superata questa fase, le difese di alcuni imputati hanno anticipato la possibilità di definire la propria posizione processuale tramite giudizio abbreviato o patteggiamento ricorrendo al sistema della giustizia riparativa ed il GUP ha rinviato il processo all’11.10.2023 per consentire agli imputati di definire eventuali patteggiamenti con la Procura.
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