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Taglio indiscriminato di alberi protetti, denunciati 2 imprenditori a Serra de’ Conti

Sequestrato un cantiere: secondo i Forestali intervenuti quanto avvenuto ha rischiato di erodere le sponde del San Fortunato

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Luca Bonvini - Officina impianti GPL e metano - Senigallia
Fosso San Fortunato

Nei giorni scorsi i Carabinieri Forestali delle Stazioni di Sassoferrato e Arcevia hanno sequestrato una vasta area lungo il Fosso di San Fortunato, un affluente del fiume Misa facente parte del Comune di Serra de’ Conti, oggetto di un taglio indiscriminato della vegetazione arborea ed arbustiva che ha completamente denudato le sponde del corso d’acqua, esponendole ad un grave rischio di erosione.


I Carabinieri Forestali intervenuti hanno potuto accertare che i lavori posti in essere nel cantiere, che si estende per oltre 750 metri lineari sulla sponda idrografica sinistra del Fosso, hanno pesantemente modificato il paesaggio e danneggiato il delicato ecosistema ripariale, e sono stati eseguiti senza alcuna autorizzazione paesaggistica su aree sottoposte a vincolo.

Se i Forestali non fossero intervenuti i lavori si sarebbero protratti estendendosi per ben 2500 metri di sponda, tuttavia, al momento dell’intervento erano già stati abbattuti centinaia di alberi tra cui esemplari protetti dalla Legge Forestale Regionale di Olmo e Acero campestre.

Inoltre, un grosso quantitativo di legna da ardere di buon valore, costituito principalmente da Robinia e da Olmo, è stato oggetto di furto aggravato in zona di proprietà demaniale, in quanto le procedure prevedevano che il legname avrebbe dovuto essere lasciato sul posto a disposizione del demanio, mentre invece è stato illecitamente sottratto e portato presso i poderi dei due imprenditori agricoli.

Numerosi altri cumuli di legname ancora presenti lungo il Fosso di San Fortunato erano già pronti per essere asportati.

Tutto il legname tagliato illegalmente ed il cantiere sono stati posti sotto sequestro, poi convalidato dalla Procura della Repubblica di Ancona.

I due imprenditori sono stati denunciati per esecuzione di opere senza autorizzazione paesaggistica, furto aggravato e ricettazione, e rischiano pene molto severe che prevedono pesanti ammende e reclusione fino a sei anni.

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