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Agorà per Ostra Vetere: “le Terre della Marca Senone non ci hanno convinto fin da subito”

Elezioni comunali di Ostra Vetere, parla il candidato sindaco Giordano Rotatori: "vengono spontanee alcune domande"

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Sagra del Pesce 2018 - Cesano di Senigallia
Giordano Rotatori

Fare rete è ormai una prerogativa indispensabile non solo per i mercati ma anche per le pubbliche amministrazioni ma questo deve comportare non solo un assolvimento di un impegno burocratico ma innanzitutto il miglioramento della qualità della vita dei cittadini.


Se da un lato la estrema frammentazione delle offerte dei servizi può provocare una carenza di economie di scala, dall’altro si rischia però di creare strutture burocratiche troppo complesse e facinorose che non rispondono alle esigenze di un territorio molto eterogeneo come il nostro pregiudicando di fatto la qualità e i costi dei servizi offerti.

Nelle valli Misa e Nevola sono solo 6 i comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti che per legge sarebbero obbligati a mettere insieme le funzioni fondamentali: Ostra Vetere, Barbara, Corinaldo, Castelleone di Suasa, Serra de Conti e Arcevia.

Le domande che sorgono spontanee sono:
Perché non si è valutato ad esempio di proporre l’ampliamento della già esistente unione tra Corinaldo e Castelleone o in alternativa di formare un’altra unione tra comuni omogenei?
E perché Senigallia, che con i suoi quasi 50.000 abitanti non ha nessun obbligo di legge di accorpare i servizi, ha deciso di farsi promotrice e gestore di una operazione così territorialmente vasta e complessa?

Forse perché ipotecando un territorio su una filiera politica a lei favorevole gli permetterà di alleggerire una propria condizione finanziaria molto rigida che invece con la deroga al patto di stabilità prevista per le unioni dei comuni gli consentirà di spalmare qualsiasi investimento futuro anche sul suo interland?

Una operazione quella delle “Terre della Marca Senone”, così come concepita, che non ci è piaciuta fin dall’inizio e che ci ha lasciato molto perplessi sulle effettive opportunità di sviluppo e di miglioramento dei servizi ai nostri concittadini ma, che se ne dica, neanche io ho sentito ancora proposte concrete su come gestirla.

Si parla di uscire a prescindere, ma non si dice come e con chi poi accorpare i servizi perché oggettivamente è impossibile dirlo oggi. I comuni che ci circondano sono tutti impegnati con l’unione firmata il 16 marzo scorso e fare una convenzione significa andare attualmente fuori territorio.

Ricordo che il prossimo anno tutti i comuni dell’entroterra andranno a nuove elezioni amministrative e che lo statuto dell’unione prevede di presentare l’istanza di uscita entro il 30 aprile 2019 che diventerà esecutiva solo a Gennaio 2021.

Visti i tempi e modi blindati dallo statuto noi riteniamo che sia necessario dare fin da subito un segnale forte al territorio ad esempio approvando una delibera di indirizzo per uscire dall’unione dando immediatamente mandato agli uffici preposti di iniziare le procedure necessarie.

Ostra Vetere è in una posizione geografica strategica per la continuità territoriale dell’unione e questo significa vincolare gli altri comuni a un nuovo tavolo di trattativa e mediazione per verificare tutte le soluzioni alternative a questa unione così come è stata realizzata.

Se qualcuno ha incoscientemente preso la decisione di entrare nell’unione senza sentire i cittadini facciamo in modo che altri, solo per contrapposizione politica, non rischino di provocare a Ostra Vetere isolamento ed emarginazione territoriale perché questo condizionerebbe senza dubbio la realizzazione di qualsiasi programma amministrativo.

Da

Agorà Movimento Civico per Ostra Vetere

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